Scarcerazione Ligresti: il Pd attacca il ministro Cancellieri: «Riferisca in aula, poi valuteremo»
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Scarcerazione Ligresti: il Pd attacca il ministro Cancellieri: «Riferisca in aula, poi valuteremo»

venerdì 1 novembre, 2013

ROMA, 1 NOVEMBRE 2013 - Continuano incessanti le polemiche attorno al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, in seguito alla vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti, la figlia del noto quanto discusso imprenditore siciliano, Salvatore Ligresti, che fu arrestata lo scorso luglio assieme al padre, e ad altri due familiari, la sorella Jonella Ligresti e il fratello Paolo Gioacchino Ligresti.[MORE]

Arresti eseguiti nell’ambito dell’inchiesta Fonsai dove adesso compare, senza comunque essere indagata, anche il nome del ministro Cancellieri. Secondo quanto emerge da alcune intercettazioni telefoniche, il guardasigilli avrebbe, infatti, rassicurato la compagna dell’ingegnere Ligresti, Gabriella Fragni, su un suo immediato intervento in difesa delle precarie condizioni di salute di Giulia Ligresti considerate incompatibili col regime carcerario. Nel breve periodo di detenzione la Ligresti aveva perso diversi chili. Per tale ragione nello scorso agosto i magistrati di Torino le avevano concesso gli arresti domiciliari.

In merito alla vicenda ieri era stata lo stesso ministro ad affermare: «Tutti voi conoscete l’attenzione e l’impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti. Nel caso di Giulia Ligresti, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza, era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti auto lesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni da chiunque inoltrate».

Dichiarazioni queste che non hanno di certo placato le critiche e dopo quelle espresse ieri da M5S, Scelta Civica e Lega Nord, quest’oggi vi è stata una pesante presa di posizione anche da parte del Pd che, attraverso il suo responsabile giustizia, Danilo Leva, ha chiesto che «il ministro riferisca in aula e poi, a seguito di quanto dirà, ciascun partito farà le sue valutazioni, il Pd farà le sue». Lo stesso Leva ha poi escluso qualunque genere di strumentalizzazione nei confronti del guardasigilli ma ritiene necessario che venga fatta «chiarezza in tempi rapidi per fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di serie A e di serie B».

Per il Pdl, invece, dopo la solidarietà espressa nei confronti della Cancellieri da parte del vicepremier Angelino Alfano, è intervenuto Fabrizio Cicchitto: «Il ministro Cancellieri non può essere criminalizzata per una telefonata da giustizialisti a corrente alternata che continuano a far danni di ogni tipo. Il ministro non può essere attaccata perché si è preoccupata per una persona che in carcere rischiava la vita per anoressia». Inoltre, sempre dalle fila del Pdl arriva un altro commento da parte della deputata Jole Santelli che trae spunto dalla vicenda per puntare i riflettori sul caso giudiziario del suo leader Silvio Berlusconi: «Al ministro Cancellieri solidarietà condizionata al riconoscimento che uguale correttezza di comportamento debba essere riconosciuta al presidente Berlusconi, condannato a sette anni per condotta identica. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nella giustificata difesa dovuta al ministro Cancellieri non possono esimersi dall’esprimere analogo giudizio verso il presidente Berlusconi indagato e condannato a Milano».

Al di fuori delle voci di partito è severo, invece, il giudizio espresso sul caso dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura: «Quella della Cancellieri è una condotta gravissima – afferma il presidente dell’Oua, Nicola Marino – Assistiamo a una gestione opaca di una vicenda, in cui un malinteso senso dell’amicizia porta a un interessamento che, seppur si dimostrasse lecito, è decisamente censurabile».

(Immagine da giornalettismo.com)

Giovanni Maria Elia

 


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