"Storia di una ladra di libri", la recensione: parole da favola nell'incubo nazista
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"Storia di una ladra di libri", la recensione: parole da favola nell'incubo nazista

martedì 1 aprile, 2014

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI DI BRIAN PERCIVAL, la recensione. Toni da favola ed un po' di semplicismo, per un film che scorre con musicalità sulla colonna sonora di John Williams, forse troppo in superficie. 

Lui (Max) è accucciato, nell'ombra. Si nasconde, deve. Lei (Liesel) gli fa compagnia e può guardare il mondo fuori da una finestra. Lui gli chiede di trovare le parole per descrivergli il cielo. Lei ci prova, ma non basta: lui vorrebbe proprio riuscire a  "vedere" attraverso le parole. E lei, sull'onda della fantasia, trova il mondo di materializzare le immagini con la voce. Storia di una ladra di libri è così: intriso della malìa delle parole, evocatore d'immagini che ridestano la memoria, corroborato da qualche sana cucchiaiata di miele cinematografico, ma non fino alla glicemia del sentimentale. Purtroppo, nemmeno fino alla certificazione di qualità da riservare alla poesia più genuina. [MORE]

Tratto dal bestseller di Markus Zusak, l'opera seconda del britannico Brian Percival ne ricalca larghi tratti, affidandosi come nel romanzo alla voce narrante della Morte per raccontare la storia della piccola Liesel (Sophie Nèlisse), accolta da una nuova famiglia alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale: il papà (Geoffrey Rush) suona la fisarmonica ed è un amorevole giocherellene, la madre (Emily Watson) ha la scorza dura - come i tempi - ma l'istinto della buona genitrice e della brava massaia. Parola d'ordine: tirare a campare, possibilmente senza inimicarsi i guappetti del partito nazista. Ai quali, per esempio, non piacerebbe scoprire che Liesel sta imparando a leggere ed ambisce a diventare avida lettrice: passione pericolosa in tempo di roghi. Ma il vero segreto, più scottante, è un altro: la coppia rifugia anche un ebreo, Max (Ben Schnetzer), malaticcio, ma vigoroso nell'ironia ed abbastanza in forma per fare da fratellone e mentore. All'insegna della passione incendiaria per i libri.

LADRI DI EMOZIONI - Storia di una ladra di libri di Brian Percival è un racconto di formazione favolistico nei toni e buonista nei contenuti, sullo sfondo impegnativo della Germania alla vigilia del secondo conflitto: spesso innevata, anche nei cuori, spesso annebbiata, anche nelle menti. Si sarebbe tentati di apprezzarne la complessiva scorrevolezza, l'indubbia facilità di comunicazione, persino la naïveté dei toni: in fondo, questa parlata "piana" ed accessibile conserva i propri meriti di trasversalità al grande pubblico. Oltre il livello della poesia in barattolo, tuttavia, difficilmente è dato arrivare: la storia della piccola Liesel con lo scolaretto coetaneo, Rudy, insinua inopportune cadenze da romanzetto; i colpi di scena ad intervalli regolari rinsanguano qualche minuto di troppo congelato dallo stallo; più di un comprimario resta un'impalpabile silhouette, svilendo l'ambizione drammatica di fondo. 

LO SCORE MUSICALE VA A SEGNO - Se Geoffrey Rush accetta il cimento col solito, solido mestiere, la protagonista Sophie Nélisse, brava ma ancora a digiuno di qualche forno di pane, soffre un po' il peso delle leadership, ripiegando sulla semplicità poco sfumata dell'infanzia, probabilmente più per colpa di una sceneggiatura semplicista che per demeriti attoriali. Tutto l'affaticato lavoro di trasposizione dal romanzo si avverte in alcuni passaggi frettolosi (certi salti temporali, la crescita improvvisa della ragazza), che sembrano balbuzie, e cionondimeno il film non può fare a meno di sforare il tetto delle due ore. L'effetto è di un incanto un po' vacuo, al quale collabora da pifferaio John Williams con un soundtrack di suggestione, non a caso candidato ad Oscar, Golden Globes e BAFTA. Musica per gli occhi, dunque, onesta e senza infamia, in grado di cogliere, almeno in superficie, il versante emotivo d'un calderone di temi (memoria, passione per la lettura, libertà): alcuni sguardi si scalderanno un po', altri resteranno tiepidi, difficile comunque che la temperatura emotiva media salga fino ai 451° Farenheit. 

DATA USCITA: 27 marzo 2014
GENERE: Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: Brian Percival
SCENEGGIATURA: Michael Petroni
ATTORI: Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nelisse, Nico Liersch, Joachim Paul Assböck, Ben Schnetzer, Kirsten Block, Sandra Nedeleff
FOTOGRAFIA: Florian Ballhaus
MONTAGGIO: John Wilson
MUSICHE: John Williams
PRODUZIONE: Fox 2000 Pictures, Studio Babelsberg
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA
DURATA: 131 Min


 

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 Antonio Maiorino
critico cinematografico - follow on Twitter


Autore
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