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ROMA, 04 GENNAIO 2014 - La Cgia di Mestre ha confrontato le tasse che si pagano in Italia con la media europea. I risultati sono sconvolgenti, ma non lasciano stupiti: il 95% delle aziende del campione ha subìto un aumento vertiginoso delle imposte. Quali sono le voci più "pesanti" nei bilanci?
Lo studio non è stato condotto su tutte le tasse, ma semplicemente su quelle che vengono applicate al lavoro. La media europea è del 37,7%, sforato da Paesi come il Belgio con il 42,3%. Il primato negativo, però, spetta al Bel Paese, che con il suo 42,8% di tasse applicate al lavoro.[MORE]
Le voci più interessanti per i bilanci delle aziende sono: i contributi previdenziali e l'Irap applicata al costo del lavoro. Insieme, le due tasse compongono il 10,7% del Pil, poco meno della Francia (che conta il 12,9%). Se negli altri Paesi, la tassazione sul reddito non ha successivamente altre tasse sull'acquisto, da noi c'è sempre l'Iva da applicare su tutti gli acquisti fatti.
A peggiorare la situazione resta il "sommerso", ovvero il lavoro nero, che pesa per il 21,6% del Pil. La conseguenza è che la pressione fiscale sulle aziende oneste è pesantissima: quasi il 56,2% del Pil, secondo l'economista tedesco Friedrich Shneider.
Le ricerche della Cgia di Mestre non fanno che confermare qualcosa che già le imprese sentono da tempo, insieme alla crisi economica e alla burocrazia.
Fonte: Lastampa.it
Fonte immagine: Repubblica.it
Annarita Faggioni
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