Egitto, cresce la tensione dopo gli scontri
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Egitto, cresce la tensione dopo gli scontri

giovedì 6 dicembre, 2012

IL CAIRO, 6 DICEMBRE 2012 – Gli scontri avvenuti ieri sera davanti al palazzo presidenziale al Cairo tra oppositori e sostenitori del presidente Morsi, che hanno provocato due morti, hanno arroventato il clima politico del paese africano, inducendo uno dei consiglieri del presidente Morsi, Seif Abdel Fatah, ad annunciare le proprie dimissioni in diretta tv su Jazera Egitto “per i martiri caduti questa sera”.[MORE]

Migliaia i manifestanti che si sono contrapposti, scontrandosi e lanciando sassi, davanti al palazzo presidenziale. Una folla di islamisti, che aveva appoggiato l’invito dei Fratelli Musulmani a caldeggiare la loro adesione a Morsi e a manifestare contro gli abusi del Fronte di salvezza nazionale, ha attaccato le tende del fronte laico dell’opposizione installate davanti al palazzo presidenziale.

Il fronte laico di salvezza nazionale, che riunisce diciotto movimenti di opposizione, esige il ritiro del decreto presidenziale che aumenta i poteri del capo dello stato, l’annullamento del referendum costituzionale del 15 Dicembre e la creazione di una assemblea costituente che rifletta tutta la realtà sociale del paese, senza l’esclusione dell’opposizione. Mohammed El Baradei, leader dell’opposizione, ha affermato che "la Costituzione elaborata dall'Assemblea costituente non ha alcuna legittimità e così anche la Costituente. Siamo disponibili al dialogo solo se ritirerà il decreto e pronti a lottare con un eventuale sciopero generale. Morsi dica in un messaggio al popolo di voler accettare le regole del dialogo. Ogni giorno che passa, questo regime perde legittimità'".

Nel frattempo si vocifera che Morsi starebbe valutando la possibilità di congelare il decreto costituzionale, dove si indica la sharia come base per le leggi dello stato, o di cancellare i due articoli che accrescono i suoi poteri. Il vice presidente, Mahmud Mekki, ha confermato che il referendum costituzionale avrà luogo, come previsto, ma ha mostrato segni di apertura nei confronti dell’opposizione, che è invitata al dialogo e alla possibilità di proporre emendamenti e obiezioni alla carta costituzionale.

Cristina Rendina


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