Franco Sicari: Equinozio d’autunno
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Franco Sicari: Equinozio d’autunno

venerdì 15 novembre, 2019

Equinozio d’autunno
Soliera (MO) settembre 2017
Bianco settembre 1967

Il giorno di settembre è stato limpido. Il cielo sempre lo stesso, azzurro e basta.
Ti pare poco guardare e pensare mentre il giorno sta per finire?
La sera arriverà di nuovo per annunciare la notte carica di ansia e di paura.
Chi riuscirà a superarla avrà un altro giorno da vivere.
Cosa importa se sarà uguale agli altri giorni!
Sentiremo il profumo della terra e dei fiori, toccheremo volti e mani che si amano ed i nostri occhi brilleranno guardando altri occhi che amano.
Le stesse cose per sempre perché la vita è uguale, guai se fosse diversa, sarebbe difficile sostenerla!
Paura ed ansia, malinconia e tedio della vita, la notte!
Ma la notte è tempo di sogni. I sogni sono sempre belli perché la tristezza della vita non permette sogni brutti. I miei sogni si ripetono da tanti anni ,sempre uguali. Sono i sogni della ricerca della felicità che non esiste.
Sono i sogni della ricerca di se stessi, di cercare di capire cosa si è!
Il tempo è quasi tutto trascorso
Il tempo rimasto è prezioso. Bisogna viverlo intensamente per lasciare una traccia del tuo passaggio.Nei vicoli,vicino casa di mia madre, si sta preparando, per uscire, la Morte.
Un po malinconica anche Lei, destinata a ripetere le stesse cose dall’Inizio.
Stasera uscirà senza mantello e senza falce per fare più paura.
L’avversario è lo stesso, da sempre! Il Peppe della Rosa ha bevuto tanto vino all’osteria del Larone!
La notte ed il giorno per lui non esistono ed il tempo si è fermato!
Sta parlando con un platano della statale 106, anzi la sua è una disquisizione filosofica.
Sta parlando dell’esistenza dell’uomo e del senso della vita! La morte ,e li vicino , e ascolta! Si siede e si sostituisce al platano! Si è fatta notte fonda!
Lungo la stale 106 del paese di Bianco il tempo si è fermato. Tutti dormono nelle casette ad 1 piano.
I contadini dormono senza sogni, alle 5,00 si dovranno alzare e rompersi la schiena nelle campagne della ”Valle”.

E' l'alba di un nuovo giorno! Il Peppe dorme come un bambino sotto il Platano.
La Morte gli è stata vicina tutta la notte e lo ha vegliato per scongiurare che qualche cosa potesse nuocergli.
Il Peppe della Rosa è esistito davvero ma forse si chiamava con un nome diverso!
Il Peppe della Rosa parlava veramente coi platani sulla statale 106 e forse non ha mai intavolato disquisizioni filosofiche con la morte!
Il Peppe della Rosa era uomo buono e mite, grande lavoratore, zappatore di vigne!
Io gli ho voluto fare onore, ricordandolo, nel microcosmo del paese di Bianco
dove mare Jonio ed Aspromonte dettano. come un pace-maker,lo scandire della vita!

Franco Sicari


Autore
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