Inchiesta sul fenomeno, diffusissimo tra gli universitari, della fotocopia del libro di testo
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Inchiesta sul fenomeno, diffusissimo tra gli universitari, della fotocopia del libro di testo

venerdì 25 marzo, 2011

NAPOLI – Un blitz della guardia di finanza ha messo sotto sequestro centinaia di fotocopie illegali di libri nella zona universitaria, in particolare in via Mezzocannone e via Marina. La battaglia dei finanzieri contro l’illegalità si scontra con la battaglia degli studenti contro le difficoltà economiche. La guardia di finanza ha sequestrato, così, questa mattina centinaia di testi fotocopiati e ha sottratto numerosi macchinari ai gestori di diverse copisterie. La domanda che sorge spontanea è, però, la seguente: [MORE] è sufficiente un blitz punitivo per dissipare un fenomeno che è in ogni angolo della città, soprattutto nella zona universitaria, poiché così strettamente legato ai giovani? Non sarebbe, invece, opportuno ascoltare le esigenze dei tantissimi studenti universitari, costretti a scegliere la via dell’illegalità? Non si dovrebbe, invece, mettere i giovani, futura forza del Paese, nelle condizioni di vivere nella legalità? 

“Il limite massimo, oltre il quale non è possibile effettuare fotocopie da uno stesso testo, è il 15% del numero di pagine del libro: in più, le pagine fotocopiate vanno marcate con un bollino”. Queste parole sono ripetute da buona parte delle copisteria della zona universitaria, ma, concretamente, non sempre vengono applicate. Gli stratagemmi adottati, così, per eludere i “custodi del libro originale” (epiteto provocatoriamente eccessivo per i finanzieri, che certo non agiscono in nome del Libro) sono sempre gli stessi: “Riponi il libro nello zaino, prima di uscire! / Passa a ritirare le fotocopie domattina, ma prima delle nove, altrimenti cominciano i controlli! / Guardati attorno quando esci dalla copisteria!”.

L’alleanza tra commercianti e studenti si fonda su esigenze diverse, ma al tempo stesso comuni. Il mercato del libro fotocopiato affonda, infatti, le radici della sua esistenza in un suolo di motivazioni stratificato: c’è l’esigenza dello studente, che talvolta non può davvero permettersi di spendere centinaia di euro per un solo esame all’università e c’è, poi, l’esigenza del commerciante, chiaramente, che ha interesse a non deludere le richieste dei tanti studenti che affollano continuamente la sua copisteria. C’è anche l’esigenza del professore, che non può accettare che il suo programma di insegnamento debba sottostare alle leggi del mercato dell’editoria.

Spesso, in aggiunta, capita che libri fondamentali, necessari per un esame non siano più in commercio: centinaia di studenti si fiondano, dunque, nuovi umanisti dell’era digitale, su quell’unica copia del volume presente in biblioteca. Il primo che arriva ha diritto, di fatto, a un posto nella legalità, potendo studiare dal volume originale, mentre tutti gli altri – e sono tantissimi – sono costretti a rimediare attraverso la via, cosparsa di fotocopie, dell’illegalità: ecco i piccoli, nuovi umanisti dell’era del digitale, che si prodigano nella premurosa riproduzione del libro. Spesso, ancora, quel libro che giace presso la biblioteca non è nemmeno ammesso al prestito: allora ecco che si spendono cifre impensabili per fotocopiare quel libro tra le mura della biblioteca, ai costi imposti dalla biblioteca... ovviamente sempre illegalmente!

La realtà è, probabilmente, che le misure legali, entro le quali bisogna mantenersi, non sono realistiche e non tengono conto delle difficoltà (economiche e, come visto, anche pratiche) di molti degli studenti iscritti all’università. Pur rispettando la legge, bisognerebbe nel frattempo tentare di fare qualcosa per modificarla, questa legge ipovedente e ottusa, cercando di ottenere almeno che sia possibile fotocopiare i libri non più in commercio, poiché è assurdo che gli studenti siano costretti all’illegalità dallo stesso mercato dell’editoria che poi li vuole condannare.

Bisognerebbe manifestare, scendere in piazza, sollevare l’attenzione pubblica – magari proprio in questo periodo che è in programma la giornata della lettura – su questo problema che affligge quotidianamente i giovani del nostro paese, nel tentativo di far capire a tutti che non è possibile basare la propria cultura soltanto sul 15% di un libro, ma al contrario è necessario avere la possibilità di leggere un libro per intero e averne la visione completa: lo spezzatino culturale, per lo studente diligente, è quanto mai indigesto. [A.M.]

 

(foto dalla rete)


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