Intervista ad Enos Rota, amico dello scrittore Pier Vittorio Tondelli
Cultura e Spettacolo Emilia Romagna

Intervista ad Enos Rota, amico dello scrittore Pier Vittorio Tondelli

domenica 3 febbraio, 2013

CORREGGIO, 3 FEBBRAIO 2013 – Sono parole cariche di emozioni, amore, ricordi quelle di Enos Rota, grande amico dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, autore emiliano conosciuto in particolare per la sua opera di esordio, Altri Libertini (1980). Glielo si legge negli occhi l'amore forte, vivo, palpitante per Tondelli. Gli si legge negli occhi la voglia di ricordare e di far ricordare, la voglia di riportare alla luce valori che stanno svanendo, che muoiono a contatto con la realtà odierna e per i quali Tondelli si è battuto sino all'ultimo.[MORE]

Come ha conosciuto Tondelli, com'è nato questo legame di amicizia così forte?

“Eravamo in quarto ginnasio. Mi colpì subito, era un ragazzo timido. Non fu facile diventare suo amico, non fu facile perché la caratteristica rilevante dei ragazzi timidi, chiusi, è che devi avvicinarti piano a loro, devi entrare a passi lenti nella loro vita, devi dargli modo di farli fidare di te e solo allora loro si apriranno. Ecco, Tondelli era così. Io lo scelsi subito, lui forse ci ha messo un po'.” Dice queste ultime parole sorridendo, quasi a ricordare in un attimo i primi tempi, un Tondelli dentro il quale sarebbe poi riuscito a guardare apertamente, come lui stesso ci racconta. “Pier, sin dalla giovane età era attento alla vita, alla gente. Non era attratto dalle cose banali, ma andava al cuore delle cose. Mai superficiale. Sì, aveva una grande sensibilità.”

Entrando nell'anima dello scrittore, Enos Rota partorisce valori di un tempo, valori nei quali Tondelli credeva. Vita che scorreva e alla quale non ne era mai indifferente. Oggi è vita che scorre mentre gli aborti di valori aumentano. Ci muoviamo lungo la mostra “Un emiliano postmoderno”, i posti frequentati e raccontati da Tondelli si rianimano. Da Reggio, a Carpi, a Bologna “la sua preferita” ci dice Enos. Mentre i ricordi si facevano spazio, arriva Giuliano Giuliani, anche lui grande amico di Pier Vittorio Tondelli.

Com'era al di fuori della scrittura, al di fuori di ciò che ci mostrano le sue pagine, le sue parole?

“Tutti venerano gli scrittori, coloro che fanno arte, pensano siano diversi, ma sono persone normali. Hanno difetti come tutti. Anche Tondelli li aveva, moltiplicati, triplicati”, ridono insieme. Ricordano ancora. Giuliani mi diceEra generoso, formale con tutti, ma se eri suo amico, se ci avevi a che fare, capivi che anche lui aveva il suo bel caratterino.” Gli occhi pieni di ricordi, colmi di momenti andati, di un uomo che viveva per la vita e che ha dato vita a chi lo circondava. "La sua morte creò un vuoto incolmabile in me, che nessuno è mai più riuscito a colmare” I ricordi sono un pugno allo stomaco, vuoti incolmabili proprio come li definisce Enos e forse, colmare un'essenza come quella di Tondelli è realmente impossibile. “Era un grande viaggiatore, amava viaggiare, girare il mondo. Abbiamo fatto viaggi insieme, ne abbiamo passate veramente tante!” I ricordi non finiscono, no. Difatti Enos e Giuliano sono due dei dedicatari di “Biglietti agli amici”. “Una volta una persona voleva comprarselo l'originale, il mio. Ha un valore inestimabile. Ma io no, non vendo l'amicizia.” Mi dice Giuliano Giuliani, fiero, fiero di quel rapporto, fiero di aver avuto accanto una persona dai grandi e sani principi.

Enos, ricorda di “un'insegnante preoccupata, dopo l'uscita di Altri Libertini, che il suo ex alunno si fosse messo sulla cattiva strada. Tondelli le risponde scrivendole una lettera: Cara Wanda, tu non lo crederai, che lo abbia voluto o meno, ho fatto del bene e portato a molti che mi hanno scritto e cercato in tutti questi anni, la forza di cercare un riscatto umano, la volontà di essere se stessi, al di là dei giudizi della gente.” Era questo Pier Vittorio Tondelli, era vita, forza, anche in punto di morte sebbene “l'angoscia nei suoi ultimi momenti lo prendeva di tanto in tanto.” Guardo la finestra del sesto piano del suo palazzo, la sua finestra. Ha una luce accesa, c'è sua madre. Di fronte c'è un parcheggio in onore del figlio, porta il suo nome “Piazzale Pier Vittorio Tondelli”. Correggio, la terra di Tondelli, la terra nel mezzo tra odio e amore.

Pier Vittorio Tondelli nasce a Correggio (RE), il 14 Settembre 1955. Mostra sin da subito un interesse letterario, artistico. Si iscrive al DAMS di Bologna dove si laurea con una tesi sulla Letteratura epistolare. Esordisce come scrittore nel 1980 con il libro Altri Libertini. Quella fu la sua strada ed è per quella strada che proseguì, scrivendo, tra le altre cose, opere come Camere Separate (1989) e Un weekend postmoderno (1990). Alla fine di questi anni, Tondelli fu ricoverato presso l'ospedale di Reggio Emilia poiché affetto da AIDS. Morirà il 16 dicembre 1991, all'età di 36 anni. Morirà lasciando, oltre alle sue opere letterarie, un forte ricordo di lui. La sua personalità si inciderà fortemente in chi, nella sua vita, gli era stato accanto.

Rossella Assanti


Autore
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