Intervista esclusiva ad Aldo Biscardi, icona del Giornalismo italiano
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Intervista esclusiva ad Aldo Biscardi, icona del Giornalismo italiano

mercoledì 12 settembre, 2012

ROMA, 12 SETTEMBRE 2012 - Non capita tutti i giorni di intervistare un icona del giornalismo italiano come Aldo Biscardi , figura storica della cronaca sportiva italiana da più di cinquant’anni. Devo ammettere che prima di iniziare ero un pò agitato come è comprensibile che sia, ma appena partita l’intervista mi ha fatto sentire veramente a mio agio trasmettendomi molta tranquillità.

Di certo non ha bisogno di presentazioni Biscardi, conosciamo sicuramente tutti il suo “Processo del Lunedì” trasformato poi in “Il processo di Biscardi” e i divertenti e movimentati dibattiti all’interno del programma stesso. Biscardi inizia a collaborare con “Il Mattino” nel 1952, poi 4 anni dopo passa a “Paese Sera” nella parte sportiva, diventando 4 anni dopo caporedattore. Nel 1979 entra in RAI come caporedattore e l’anno successivo idea “Il processo del Lunedì”, che dal 1983 condurrà ininterrottamente fino ad oggi. Inizio la mia intervista con l’ Aldone nazionale e gli porgo subito la prima domanda.

Quest’ anno è il trentatreesimo anno di trasmissione per lei; quale è il segreto di tanta longevità e cosa consiglia a chi vuole intraprendere la carriera di giornalista sportivo?

I motivi sono molteplici; in primis la salute che è sempre stata dalla mia parte e non è cosa da poco, l’essere sempre e comunque al di sopra delle parti facendo della neutralità e imparzialità una delle mie doti migliori, battersi per giuste cause e essere anche critico anche perché una trasmissione che si chiama “Il processo del Lunedì” è comunque un processo alla giornata sportiva appena trascorsa. Poi bisogna sempre cercare notizie da prima pagina ed essere obiettivi senza fare mai eccezioni. Per quanto riguarda i giovani, dico loro che prima di intraprendere questa carriera devono porsi la domanda: Amo questo lavoro? Cosa sono disposto a sacrificare? Io personalmente ho dovuto rinunciare ad alcuni piaceri, è capitato di dover essere distante dalla famiglia, essere assenti in determinati momenti in famiglia, tutto però con la consapevolezza che la mia carriera avrebbe tratto benefici anche ai miei cari. Quindi ai neofiti dico questo, di sacrificarsi e di imparare a rinunciare a qualcosa.

Poco piu di un mese fa è uscito il libro “Tutto (o quasi) su mio padre” scritto da sua figlia Antonella in collaborazione con lei. Come è nata l’ idea di scrivere appunto un libro con sua figlia?

L’ idea è stata sua e dell’ editore, me lo hanno proposto e ho accettato senza pensarci su. Anche se il merito maggiore va a mia figlia che reputo una donna professionale ed intelligente. Io posso soltanto dire di aver contribuito in parte, ma il merito di sicuro va a lei. Basta pensare che anche “L’ Equipe”, maggior quotidiano sportivo europeo ha parlato di questo libro, quindi la cosa mi inorgoglisce e non poco.

Che progetti ci sono per il futuro professionale di Aldo Biscardi?

Non mi pongo mai il problema di programmare cose mentre sono impegnato a farne altre. Vivo anno per anno, mi baso sulle condizioni che ci sono per comportarmi di conseguenza e quindi lavorare nel miglior modo possibile. Sono una persona libera ed indipendente e dove vedo che posso lavorare con libertà e indipendenza lo faccio volentieri. Alla mia età non mi interessa più il lato economico, voglio semplicemente lavorare come voglio e fino ad ora fortunatamente ho trovato sempre motivazioni e condizioni per lavorare al meglio.

Passiamo ad una domanda di calcio giocato; come ha visto i due recenti impegni della nazionale italiana di calcio e come vede il calcio italiano in generale?

Male. Non mi è affatto piaciuta la nostra nazionale ma non se ne parla in maniera negativa perché l’ attuale CT gode di un coro di critici a favore che mai hanno realmente contestato l’ operato del tecnico. E’ stato definito un eroe per aver raggiunto la finale dell’ ultimo Europeo, ma nessuno lo ha criticato duramente dopo la finale. Il risultato subito dalla nostra nazionale è il record negativo di una finale di campionati europei, mai nessuna squadra aveva perso con 4 gol al passivo. Ricordo le critiche pesanti ai vari Sacchi, Vicini, Maldini o Trapattoni. Se avessero perso loro una finale così non oso immaginare quante critiche sarebbero piovute. Il calcio italiano in generale ha avuto un crollo, complice anche la crisi economica che non ha permesso di fare mercato. Anche a livello tecnico lo trovo impoverito. Solo la Juventus, che ha mantenuto la buona squadra dello scorso anno e ha inserito qualche altro pezzo importante in rosa, si è rafforzata. Per il resto non vedo squadre così competitive.

Lei è un personaggio storico e glorioso in ambito della cronaca sportiva in Italia; che messaggio vuole dare all’ Italia sportiva?

Di farsi un idea pulita dello sport. Non pensare mai che se sia tutto marcio e malato quando si sentono episodi che vanno contro la lealtà dello sport. Io sono più di trent’ anni che mi batto per una cosa come la moviola in campo. E’ una cosa fondamentale, perché aiuta, perché è l’unico modo per non sbagliare irrimediabilmente all’ errore umano che ci può stare. Gli arbitri sono l’ ago della bilancia del calcio e per questo che un aiuto tecnologico sarebbe un vantaggio per loro e per il calcio in generale

Giovanni Cristiano[MORE]


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