La corsa folle per istituzionalizzare la cecità interiore!
Fantasticherie del cuore Calabria

La corsa folle per istituzionalizzare la cecità interiore!

giovedì 14 aprile, 2016

14 APRILE 2016 - La cecità del cuore viaggia ormai verso la istituzionalizzazione. È così entrata nel costume attuale che rischia di confondersi con l’oscurità e non solo. C’è chi infatti la considera un risultato da sigillare con una norma parlamentare e porla sul piedistallo della libertà e delle conquiste sociali che la storia abbia mai conosciuto. Non a caso la famiglia è solo una semplice realtà fra tante, priva della sua forza ontologica; così come la differenza di genere, una normale scelta di libertà personale. [MORE]

Quando manca la luce può succedere di tutto e ogni cosa sarà possibile snaturarla a tavolino, secondo i calcoli e le convenienze di un mondo che punta su quello che di meglio può prendersi dai suoi desideri senza confini. L’oscurità ha più che mai contagiato, come cancro, l’essenza della natura dell’uomo, ma anche la sua fisicità, corporeità, spiritualità, missione. Un disastro simile supera persino quello esistente al tempo di Noè, che provocò il diluvio universale e la distruzione dell’umanità infetta. La luce comunque non si impone.

La luce si chiede; la si offre con la testimonianza. Il problema più grande è che l’uomo ha deciso di espellere dalle sue città il Figlio dell’Uomo e la sua Chiesa, senza risparmiare chiunque li rappresenti nella verità. Dobbiamo pregare tutti assieme per questo Papa e per quella Chiesa che vuole riprendersi le origini della sua missione, per dare forza a chi vuole coltivare il buoi e chiamare a gran voce quel Cristo crocifisso, oggi inscatolato nei magazzini degli uffici allergici al segno più grande della verità umana.

I nuovi Farisei cercheranno, come fecero con il cieco di Gerico, di farci tacere, ma nello stesso modo di quel non vedente bisognerà gridare più forte. Gesù, alla maniera del vangelo, si fermerà e chiamerà ognuno, per la vittoria della luce sulle tenebre. “Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”.

Egidio Chiarella




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