Mafia Capitale, parlano Orfini e Zingaretti: "Mafia c'è ed è radicata"
Politica Lazio

Mafia Capitale, parlano Orfini e Zingaretti: "Mafia c'è ed è radicata"

venerdì 21 luglio, 2017

ROMA, 21 LUGLIO - Secondo il presidente Pd Matteo Orfini, «possiamo reagire in tanti modi alla sentenza di ieri, tutti ovviamente comprensibili e legittimi. Ma il più sbagliato è quello forse più diffuso in queste ore: sostenere che si dovrebbe chiedere scusa a Roma perché Roma non è una città mafiosa».[MORE]

Il presidente ha così commentato la ormai nota sentenza, emessa ieri nell’aula bunker di Rebibbia, in relazione al processo Mafia Capitale. Orfini ha raccolto le proprie impressioni attraverso un articolo pubblicato sul sito della rivista Left Wing. Il presidente Pd ha esortato a tenere alta la guardia, «perché a Roma la mafia c’è ed è forte e radicata».

Orfini prosegue poi nella sua analisi: «Basta fare una passeggiata in centro e contare i risultati sequestrati perché controllati dalla mafia. Basta spingersi a Ostia e seguire le attività degli Spada, o andare dall’altra parte della città dove regnano i Casamonica. Vedremo cosa stabiliranno i prossimi gradi di giudizio, ma cambia poco. A Roma la mafia c’è e ha dilagato usando la corruzione come grimaldello».

Gli fa eco il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Bisogna evitare il rischio di creare una grande confusione» - ammonisce il governatore. «Ieri c’è stata una sentenza su una associazione, su un caso, ma questa sentenza non può essere usata oggi per affermare che a Roma non ci sono infiltrazioni mafiose, perché queste ci sono, sono denunciate e conosciute».

L’imperativo è dunque quello di prescindere da una sentenza (oltretutto di primo grado) per compiere analisi più approfondite e che si estendano alla situazione complessiva della Capitale. Zingaretti poi prosegue, dopo aver annunciato sulla presenza ad Ostia per inaugurare delle iniziative sportive del Coni finanziate dalla Regione rispetto ad un bene sequestrato alla mafia: «Nessuno si permetta di fare confusione trasformando una sentenza su un caso, in un colpo di spugna in merito al rischio e alla presenza di infiltrazioni nella nostra città, che ci sono e vanno combattute».

foto da: ilmessaggero.it

Cosimo Cataleta


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