Musica, dieci anni di Rio: l'intervista a Fabio Mora in esclusiva per InfoOggi
Interviste Emilia Romagna

Musica, dieci anni di Rio: l'intervista a Fabio Mora in esclusiva per InfoOggi

giovedì 6 febbraio, 2014

BOLOGNA, 6 FEBBRAIO 2014 – Nel cuore del loro tour, il quale sta toccando l’Italia da nord a sud, i Rio hanno concesso un intervista esclusiva a InfoOggi. Il gruppo nato nel 2001 continua a far sognare grandi e piccini con i loro brani miscelati con sonorità pop-rock. Ai microfoni di InfoOggi, Fabio Mora racconta la storia dei Rio, senza escludere qualche sorpresa per il futuro.

Come prima domanda vorrei partire da lontano, e proprio per questo ti chiedo: come nascono i Rio?

“I Rio nascono grazie ad una grande passione per la musica e soprattutto una grande passione per il folklore messicano. Nasce tutto dodici anni fa, quando c’incontrammo per la prima volta io e Marco Ligabue a Las Vegas, ad un concerto dei Los Locos. Era un gruppo che appunto suonava musica messicana e da lì abbiamo scoperto la nostra passione per questo genere. Abbiamo iniziato a comporre le prime canzoni in italiano sulle rive del Po’. Il nome del gruppo deriva proprio dalla parola fiume, che in messicano è Rio.”

Il vostro esordio discografico risale al 2004. Da allora avete pubblicato cinque album da cui sono stati estratti ben 19 singoli. Il primo singolo ad andare in radio è stato “Sei quella per me”. Quali sono state le tue sensazioni dopo quel debutto?

“Ogni volta che lavoriamo su un singolo c’è sempre il dubbio, la paura, se questo possa funzionare o meno. Si attende prima l’uscita in radio per poi cercare di capire se il brano ha colpito in positivo o meno. Ovviamente ci saranno sempre le critiche, e la nostra speranza è quella che si tratti sempre di critiche costruttive. In poche parole, ogni volta è come la prima volta. Anche perché altrimenti smetterei emotivamente di fare questo mestiere.”

Nel 2005 avete avuto la fortuna di aprire il concerto di Luciano Ligabue a Campovolo. Cosa si prova a suonare davanti a 180.000 persone?

“Ti dirò, trovo più difficile convincere 15 persone in un locale semi-vuoto. Premettiamo, intanto, che 180.000 persone non erano lì per noi ma erano lì per Luciano. Noi facevamo un po’ da scaldamuscoli, niente di più. Appena saliti sul palco è stata subito una gran botta di adrenalina, un’esperienza fantastica. Però eravamo consapevole che dopo tre minuti saremmo scesi dal palco.”

Come molti sanno, i Rio sostengono Greenpeace, ma collaborano anche con Lifegate. Ci accenneresti qualcosa in merito a queste collaborazioni?

“Ci siamo legati a Lifegate nel 2009 con una canzone che si chiama ‘Il gigante’. E stata una delle prime volte in cui parlavamo di ecologia nelle nostre canzoni. Si tratta di un tema sul quale teniamo molto, anche perché venendo dalla campagna, dai piccoli paesini, c’è un legame particolare con la terra. Ci siamo detti che la musica avrebbe potuto far riflettere su un tema a cui noi teniamo molto. Più precisamente collaboriamo con ‘Impatto Zero’, un’organizzazione che si occupa di ricalcolare tutto il materiale inquinante che si è usato per creare il packaging del CD. Tutto quello che viene ricalcolato, viene poi trasformato in riforestazione. In poche parole noi paghiamo una cifra per quello che abbiamo inquinato. Un gesto che se tutti facessero, porterebbe un po’ tutti a stare meglio.”

Tornando a parlare di musica, gli ultimi 2 album “Fiori” e “Mediterraneo” sono balzati in cima alle classifiche di vendita su iTunes. Inutile dire che ci speravate ma, vi aspettavate tale successo?

“Ti dico, è sempre una battaglia. Non sai mai come va a finire, e questo è anche il bello della musica. E’ chiaro, speri sempre che vada bene. Devo dire che ‘Fiori’ è stato il disco più sereno che abbiamo registrato fino a oggi e nonostante le sonorità acustiche credo che sia un disco più alternativo che abbiamo inciso in questi dieci anni. In questi ultimi due anni ci siamo riscoperti musicisti, un po’ per quello che ci sta succedendo intorno e un po’ per l’esperienza. Diciamo che abbiamo smesso di urlare e abbiamo iniziato a sussurrare. Sono contento anche se magari non abbiamo venduto delle grandi cifre a livello di classifica ma chi ha avuto la possibilità di ascoltare il disco sa che si tratta di un disco che rimane e non dura un mese per poi sparire.”[MORE]

Di recente, e precisamente nell’anno appena trascorso, avete deciso di dedicare un brano ai paesi colpiti dal sisma del 2012 in Emilia-Romagna. Come nasce questo progetto e soprattutto cosa significa per voi passare da brani “solari”, come quelli che scrivete di solito, a brani come “Terremosse”.

“Ho impiegato sei mesi per arrivare ad una conclusione e scrivere il brano ‘Terremosse’. A settembre 2012 ci venne chiesto di scrivere un pezzo in merito al sisma e il direttore di Radio Pico sapeva che la caratteristica dei nostri brani era quella della solarità e proprio per questo voleva che il brano non fosse tragico. Si tratta di un evento che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e raccontarlo ci veniva veramente difficile. Alla fine abbiamo deciso di raccontare l’amore per la nostra terra e non una tragedia. Raccontare soprattutto il valore e il coraggio delle persone che già dal giorno dopo si sono rialzate per ricostruire.”

A proposito di questo brano, venerdì vi esibirete al Vox Club di Nonantola. Dopo il dramma del 2012 che ha interessato anche quelle zone, che significato avrà, per voi, suonare lì venerdì sera?

“L’alluvione di gennaio c’ha rimesso in ginocchio, e proprio per questo non avrei mai voluto scrivere un pezzo come ‘Terremosse’. Diventa difficile parlare di terremoto del 2012 quando un’alluvione ha appena colpito le stesse zone. Al Vox abbiamo invitato anche il sindaco di Bastiglia, chiedendogli tre minuti per venire a raccontare quello che è successo e quello che sta succedendo in quel paese e nelle zone della bassa modenese.”

Dopo Nonantola sono in programma ben 8 date, dove si andranno a toccare anche Calabria e Sicilia. Cosa vi aspettate da questo tour?

“In generale si aspettiamo intanto di rivedere vecchi amici, ma anche di mangiare benissimo. Ad esempio, pur avendo girato il mondo, tra i tanti locali che ho visitato, in Sicilia c’è il mio preferito. Sono due anni che manco dalla Sicilia e già non vedo l’ora di ritornarci. Questo perché il mangiar bene per un musicista, a quest’età, è molto importante. Noi siamo persone molto di strada. Nell’ora e mezza di spettacolo c’è il nostro lavoro, ma poi bisogna vedere tutta la vita che c’è dietro. Quella conta.”

Nel ringraziarti per la tua disponibilità, chiudo con un’ultima domanda. Guardando al futuro, cos’hanno in programma i Rio per il proprio pubblico?

“Il 2014 è un anno molto importante per noi, anche perché festeggiamo il decennale del nostro gruppo. Finiremo questo tour in aprile e poi ci saranno diverse sorprese che stiamo preparando. Ci sarà sicuramente un raduno e ci sarà un progetto legato alla storia dei Rio che adesso non svelo proprio perché si tratta di una sorpresa.”

Giovanni Cristiano

VIDEO: "I RIO "Terremosse" (Video Ufficiale)"



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