Piazza Affari, Resoconto (19/12/13). In luce: botta e risposta tra Confindustria e Governo
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Piazza Affari, Resoconto (19/12/13). In luce: botta e risposta tra Confindustria e Governo

giovedì 19 dicembre, 2013

MILANO, 19 DICEMBRE 2013 – I mercati europei, ormai preparati - psicologicamente e finanziariamente - all'annuncio dell’avvio del tapering da parte della Fed, ne hanno preso atto, archiviando la seduta positivamente. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha archiviato la seduta in progresso dell'1,78% a 18.453 punti. Bene anche il resto dei listini europei: Ibex +2,34%, Dax 30 +1,68%, Cac 40 +1,64%, Ftse 100 +1,43%.

SGUARDO MACROECONOMICO – Oggi, a tener banco in Italia, il botta e risposta tra Confindustria e il Governo Letta, a seguito di un rapporto degli economisti di via dell'Astronomia, in cui - la Legge di Stabilità – è stata definita:« Una occasione mancata». Per Confindustria: «La profonda recessione, la seconda in 6 anni, è finita. I suoi effetti no. Parlare di ripresa è per molti versi improprio; suona derisorio. Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale. Danni commisurabili solo con quelli di una guerra». In particolare, per il direttore del centro Studi di Confindustria, Luca Paolazzi: «L'impatto sulla crescita della Legge di Stabilità all'esame del Parlamento sarà molto piccolo, dello 0,1 o 0,2 punti sul Pil del 2014. Poi, nel 2015 la manovra avrà "un effetto restrittivo della stessa entità di quello espansivo del 2014». [MORE]

Rincara la dose il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «In questo momento non si può dire che la recessione è finita e che c'è la ripresa. Vediamo cosa succede nei prossimi mesi. Io vedo molto ottimismo ma l'arresto della caduta del Pil in un trimestre non si può interpretare come un segnale di decisa ripartenza o di fine della recessione». E ancora, avverte Squinzi: «Io vedo molto ottimismo, ma attenzione perché noi abbiamo perso 9,1 punti di Pil dal 2007 ad oggi. Il fatto che per un trimestre la discesa si è arrestata significa che abbiamo toccato il fondo, però non lo potrei interpretare, con tutta la buona volontà, come un segnale di decisa ripartenza o di fine della recessione». Per il presidente degl’industriali: «La ripresa dobbiamo conquistarla come Paese, facendo le riforme e le cose giuste che Confindustria sta chiedendo da tempo, altrimenti credo che agganceremo la ripresa internazionale ma in maniera estremamente modesta». Squinzi, poi, amaramente conclude: Ai ritmi ipotizzati il Pil non tornerà ai valori del 2007 prima del secondo trimestre del 2021. Per questo bisogna cambiare passo e registro».

Non si è fatta attendere, a tal riguardo, la replica del premier Enrico Letta: «Ho la responsabilità di tenere la barca Italia in equilibrio e voglio che ci siano strumenti per la crescita senza sfasciare i conti. Confindustria dovrebbe sapere che tenere i conti a posto vuol dire far calare gli spread, come oggi che abbiamo raggiunto il punto più basso in due anni e mezzo».

PIAZZA AFFARI – In effetti, oggi lo spread Btp-Bund ha chiuso in flessione a 220 punti base con il rendimento del Btp decennale al 4,08%. Sul paniere principale, maglia rosa per Mediaset che balza a 16,45% a 3,384 euro. Tra i bancari, Bpm (+5,36% a 0,452 euro) e Mps (+4,53% a 0,1615 euro), Banco Popolare (+1,68% a 1,392 euro), Bper (+1,57%), Intesa Sanpaolo (+2,53%), Ubi Banca (+0,66%), Mediobanca (+1,71%), Unicredit (+0,38% a 5,295 euro). Segno positivo anche per Finmeccanica (+1,93% a 5,285 euro).

Rosy Merola
 


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