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EDIMBURGO, 15 OTTOBRE 2012- Nulla a che vedere con le furiose battaglie di William Wallace, interpretato da Mel Gibson, nel celebre film "Braveheart" ma la Scozia potrebbe essere ad un passo dall’indipendenza. Il premier britannico David Cameron ha firmato a Edimburgo con il "First Minister" scozzese Alex Salmond l'accordo per lo svolgimento di un referendum sull'indipendenza di Edimburgo dal Regno Unito, da svolgersi entro i prossimi quattordici mesi.
Per poter votare non occorrerà essere maggiorenni: infatti per la prima volta in un’ elezione importante, la soglia prevista sarà di 16 anni.
Il Primo Ministro di Sua Maestà Cameron ha dichiarato «(Questo referendum) spiana la strada alla risoluzione della più grande domanda: una Scozia separata o un Regno Unito? Io sosterrò pienamente il nostro Regno Unito, ma ora tocca alla gente della Scozia prendere questa storica decisione. Il futuro vero e proprio della Scozia dipenderà dal loro verdetto. Questo accordo consegna il referendum alla gente».
Scozia e Inghilterra sono sotto un'unica monarchia dal 1603 e sono sottoposti alla legge di un unico Parlamento, quello di Londra, dal 1707, in base all’ Act of Union. Nel 1999, per la prima volta, fu creato un Parlamento scozzese dopo un referendum rendendo la Scozia una regione semi-autonoma del Regno Unito.
Se l’esito referendario sarà a favore dell’indipendenza, il monarca britannico resterebbe, in ogni caso, capo dello Stato e della Chiesa scozzese. In sostanza la situazione che si verrebbe creare potrebbe essere assimilata a quella già esistente per Australia e Nuova Zelanda, di conseguenza la Scozia non uscirebbe dal Commonwealth.
La Scozia ha circa 5,2 milioni di abitanti e secondo alcuni sondaggi, di questi soltanto un terzo sarebbe favorevole ad abbandonare Londra. La freddezza “indipendentista” del popolo scozzese scaturisce anche dal fatto che Edimburgo rischierebbe di trovarsi immediatamente un debito di circa 300 miliardi di euro, più del doppio del Pil reale.[MORE]
Davide Scaglione
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