Agricoltura: l'8 per cento delle aziende controlla oltre la metà della superficie coltivabile

martedì 5 luglio, 2011

Quasi dimezzato il numero delle aziende agricole italiane negli ultimi dieci anni. Il sesto censimento dell’agricoltura Istat, rileva come dal 2001 ad oggi si sia registrato un forte calo della realtà delle piccole aziende, che si è sviluppato parallelamente a un aumento della dimensione media aziendale, passata da 5, 5 a quasi otto ettari.[MORE]

Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Veneto detengono quasi il 50 per cento delle aziende agricole italiane; e il settore appare abbastanza propizio alle quote rosa, in costante crescita negli ultimi anni, con una percentuale di imprese guidate da donne che passa dal 30 al 33 per cento, mentre le realtà legate al gentil sesso spariscono più lentamente rispetto a quelle con a capo colleghi uomini.

Il dato più significativo che emerge però, è che in Italia un 8 per cento delle aziende agricole gestisce il 63 per cento dei terreni coltivabili. Sono quasi 800 mila le imprese scomparse, e quelle a conduzione familiare non esistono quasi più.

Un quadro che Andrea Ferrante, presidente nazionale dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB), definisce preoccupante e allarmante; il nostro Paese si trova di fronte a una pesante perdita della superficie coltivata, e ad una riduzione di quasi un terzo del numero di aziende. Numeri che non fotografano solo il cambiamento del settore primario, ma denunciano una situazione di abbandono delle terre rurali, di fronte a una politica che non sa investire nell’agricoltura.

E le cifre diventano ancora più sorprendenti quando si passa alla zootecnia; negli ultimi dieci anni, le aziende dedite all’allevamento sono diminuita quasi del 70 per cento, smantellando di fatto quel sistema di agricoltura mista che coniugava allevamento e coltivazione basandosi su una concentrazione territoriale virtuosa e intensiva.

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