Uso delle armi e Legittima Difesa. Il parere dell'esperta.
Criminologia Toscana Pisa

Uso delle armi e Legittima Difesa. Il parere dell'esperta.

lunedì 17 dicembre, 2018

Lo scorso ottobre il Senato della Repubblica ha approvato il nuovo ddl in tema di legittima difesa. In attesa della pronuncia della Camera e nell'ottica di un corretto ed opportuno utilizzo delle armi, ho intervistato la Dottoressa Giovanna Bellini, neurologa, criminologa e appassionata di tiro dinamico sportivo.

  • Dott.ssa Bellini, da qualche settimana è stato approvato al senato il nuovo ddl in tema di legittima difesa. In qualità di esperta di balistica e neurologia, può dirci che cosa ne pensa? Intanto attendiamo la decisione della Camera. Non posso entrare nel merito giuridico in quanto non di mia competenza ma certo da tempo era sentito un aggiornamento ... Trovo interessante la proposta riguardante il sostegno delle spese processuali in caso riconoscimento di reazione per legittima difesa. 
  • Recentemente è stata tra i protagonisti del convegno che si è svolto a Pisa in tema di corretto ed opportuno utilizzo delle armi in caso di legittima difesa. Quali sono gli elementi che incidono ed eventualmente alterano la capacità di gestione delle armi da fuoco? Sì, era da tempo che progettavo un seminario multidisciplinare sull' argomento. Finalmente il 23 novembre scorso sono riuscita a mettere insieme un pool di esperti per spiegare nel dettaglio quelle che sono le variabili umane e tecniche nell'uso delle armi da fuoco, soprattutto per quel che concerne la difesa personale. Il seminario tenutosi a Pisa è stato il primo di una serie che porteremo in varie città. Saremo a Lucca il prossimo 18 gennaio. Durante gli incontri trattiamo gli aspetti giuridici del  fenomeno ed i fattori “umani”, da quelli psicologici a quelli più controllabili derivanti da una corretta conoscenza tecnica e soprattutto da allenamenti in dinamiche simulate. È regola di esperienza che, nei casi che giungono alla ribalta delle cronache, il fattore "tragico" è quasi sempre rappresentato  dalla scarsa conoscenza delle regole basilari di sicurezza e degli effetti 'collaterali’ dell'estrazione o dell'uso di un'arma in caso di minaccia.
  • Il porto d'armi può essere rilasciato per uso sportivo, per uso personale...Può spiegarci in che cosa consistono le principali differenze? In sintesi, il porto d'armi da difesa personale viene rilasciato solo in casi ben selezionati e permette il trasporto occulto di un arma carica a pronto utilizzo. Altra cosa è il porto di arma ad uso sportivo, definibile come un "permesso al trasporto" di un’arma che deve essere preservata in una custodia, priva di colpi in canna e di caricatore. Il mero permesso di detenzione, invece, non permette né il porto né il trasporto dell'arma al di fuori del luogo in cui è stata dichiarata la detenzione.
  • Esistono fattori che riducono o accrescono la capacità di attenzione e quella di reazione? In merito, possono eventualmente essere trovati dei punti di contatto? Certamente. Si pensi a fattori come problemi fisici, quali deficit di sicurezza visiva del soggetto che in quel momento ad esempio è senza occhiali, si sveglia di notte in soprassalto oppure è assalito da un attacco di panico. In particolare, se la persona non si è mai trovata in situazioni simulate può aversi un blocco psicomotorio o un episodio di arresto. Sulla stessa lunghezza d'onda il soggetto può compiere atti motori incongrui (seppur familiari) alla situazione. In questi casi il cervello – trovandosi in temporaneo blackout – attua un meccanismo  per aumentare endorfine. Nello specifico il cervello, non conoscendo un modo per reagire, si concentra su una attività consueta che lo “tranquillizza" (come guardare l’ora, aggiustarsi gli abiti) e gli da il tempo di trovare una soluzione...peccato che certe situazioni non attendono … mi ripeterò ma il punto di contatto rimane il “ sapere” ed il “saper fare”. L’improvvisazione crea disastri.
  • Quanto tempo impiega il nostro cervello ad elaborare un'immagine e consequenzialmente ad identificare l'oggetto da colpire? Pochissimo. Studi dimostrano che al cervello occorrono 13 millisecondi per riconoscere un’immagine è capire di cosa si tratti, ma ne occorrono almeno 50- 80 millisecondi affinché non ci siano errori di riconoscimento. Errori  che diminuiranno tanto più il soggetto è  allenato ad agire in certe situazioni. Si comprende che tanto maggiore è lo stress, l'aspettativa di pericolo, l' ansia e la scarsa abilità tanto più facilmente il soggetto armato confonderà ciò che vede per qualcos'altro… mi spiego meglio… scambierà un familiare per un intruso, una torcia per un arma… 
  • Ci sono elementi che possono alterare l'utilizzo e la gestione delle armi da fuoco e perché? Per quel che concerne l' utilizzo dell'arma in caso di difesa personale, sicuramente la mancata conoscenza dello strumento (sia nel senso stretto della meccanica sia della potenzialità lesiva). Non da meno è la mancata preparazione a quelle dinamiche che, sia sul piano psicologico che fisico, entrano in gioco in casi di pericolo per sè stessi o gli altri. Queste sono la base sì, ma per un utilizzo non opportuno. Se si parla invece di situazioni di tiro operativo  sono imprescindibili l’allenamento costante e la forma fisica .
  • Che cosa si intende per startle reflex? È quello che viene comunemente detto “riflesso di soprassalto, o trasalimento”. È una risposta di difesa a stimoli percepiti dal cervello come minacciosi, ad esempio un rumore o un movimento improvviso. Dal punto di vista neurofisiologico è regolato da vie nervose che coinvolgono il tronco cerebrale: recepito lo stimolo uditivo o visivo il corpo mette in difesa la parte posteriore del cranio, occhi e capo, lasciando i muscoli in tensione e pronti per la fuga o la difesa. La postura assunta sarà di flessione posteriore del collo, come ad allontanare il capo dalla minaccia e proteggere la nuca, occhi chiusi, braccia protese in avanti ed in alto per difendersi. In situazioni di allarme o ansia è meno controllabile e più intenso. Ci possiamo immaginare le conseguenze di tale reazione in un soggetto in stress, per un minaccia reale o percepita tale, non preparato, che impugna un arma con colpo in canna all'interno di un appartamento con altri membri della famiglia presenti a portata di fuoco… 


             Anna Vagli 

 


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