«Come un vento gagliardo»: La Prima Pentecoste di Leone XIV e il Soffio dello Spirito sulla Chiesa


Per la sua prima Domenica di Pentecoste da Pontefice, nell’Omelia, Leone XIV inizia con una citazione di Sant’Agostino:
«È spuntato a noi gradito il giorno nel quale […] il Signore Gesù Cristo, glorificato con la sua ascesa al cielo dopo la risurrezione, inviò lo Spirito Santo» (S. Agostino, Discorso 271, 1). E anche oggi si ravviva ciò che accadde nel Cenacolo: come un vento impetuoso che ci scuote, come un fragore che ci risveglia, come un fuoco che ci illumina, discende su di noi il dono dello Spirito Santo (cfr At 2,1-11).
Facciamo un salto indietro nel tempo a quella prima Pentecoste.
Gli Apostoli, dopo la morte di Gesù, si erano rinchiusi nella paura e nella tristezza. Si sentono smarriti. Come portare agli altri la verità insegnata da Maestro. Chi avrebbe dato ascolto ai seguaci di un Messia umiliato, deriso e crocifisso? Forse tra di loro, qualcuno avrà ricordato le parole di Gesù: “se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi. Se hanno ascoltato me ascolteranno anche voi“. Qualcuno avrà ricordato la sua promessa. “Sarò con voi fino alla fine del mondo”. “Manderò a voi il consolatore“.
Ed ecco che le parole di Gesù si compiono. “lo Spirito Santo - ricorda il Papa - vince la loro paura, spezza le catene interiori, lenisce le ferite, li unge di forza e dona loro il coraggio di uscire incontro a tutti ad annunciare le opere di Dio”.
Ed ecco il primo meraviglioso frutto. Lo Spirito Santo, ci fa parlare l’unico linguaggio, quello dell’amore. Diversi ma uguali. Anche se diverso a te per colore, razza, lingua, provenienza, lo Spirito Santo lo fa riconoscere come tuo fratello o sorella.
Continua ancora il Papa: “E questa presenza del Signore scioglie le nostre durezze, le nostre chiusure, gli egoismi, le paure che ci bloccano, i narcisismi che ci fanno ruotare solo intorno a noi stessi. Lo Spirito Santo viene a sfidare, in noi, il rischio di una vita che si atrofizza, risucchiata dall’individualismo. È triste osservare come in un mondo dove si moltiplicano le occasioni di socializzare, rischiamo di essere paradossalmente più soli, sempre connessi eppure incapaci di “fare rete”, sempre immersi nella folla restando però viaggiatori spaesati e solitari.
E invece lo Spirito di Dio ci fa scoprire un nuovo modo di vedere e vivere la vita: ci apre all’incontro con noi stessi oltre le maschere che indossiamo; ci conduce all’incontro con il Signore educandoci a fare esperienza della sua gioia; ci convince – secondo le stesse parole di Gesù appena proclamate – che solo se rimaniamo nell’amore riceviamo anche la forza di osservare la sua Parola e quindi di esserne trasformati. Apre le frontiere dentro di noi, perché la nostra vita diventi uno spazio ospitale”.
La Solennità che oggi celebriamo ci invita a interrogarci seriamente, a chiederci se siamo realmente i cristiani della gioia, mossi interiormente da desideri di pace, di unità, di fratellanza, mitezza, bontà. Tutti questi sentimenti sono presenti in noi se è vivo lo Spirito Santo nei nostri cuori.
Ci ricorda il Papa: “siamo davvero la Chiesa del Risorto e i discepoli della Pentecoste soltanto se tra di noi non ci sono né frontiere e né divisioni, se nella Chiesa sappiamo dialogare e accoglierci reciprocamente integrando le nostre diversità, se come Chiesa diventiamo uno spazio accogliente e ospitale verso tutti”.
La festa di oggi ci ricorda che la diversità dei doni e dei carismi è una grande ricchezza. Una delle immagini che descrive lo Spirito Santo è il vento. Qual è la caratteristica del vento? Egli è libero, soffia dove vuole, come vuole. Così lo Spirito Santo, soffia dove e come vuole, ma sceglie i cuori umili. Lo Spirito Santo ama l’umiltà e rifiuta la superbia.
Concludendo con le parole del Santo Padre: “è la Pentecoste che rinnova la Chiesa, rinnova il mondo! Il vento gagliardo dello Spirito venga su di noi e in noi, apra le frontiere del cuore, ci doni la grazia dell’incontro con Dio, allarghi gli orizzonti dell’amore e sostenga i nostri sforzi per la costruzione di un mondo in cui regni la pace.
Maria Santissima, Donna della Pentecoste, Vergine visitata dallo Spirito, Madre piena di grazia, ci accompagni e interceda per noi”.
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