Greenpeace, scarcerato Cristian D'Alessandro: «Il blitz? Sì, lo rifarei»
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Greenpeace, scarcerato Cristian D'Alessandro: «Il blitz? Sì, lo rifarei»

giovedì 21 novembre, 2013

SAN PIETROBURGO, 21 NOVEMBRE 2013 -  Cristian D’Alessandro, l’attivista italiano di Greenpeace detenuto dalle autorità russe dopo il blitz dello scorso 18 settembre a bordo della rompighiaccio Arctic Sunrise di proprietà della Gazprom, per protesta contro le trivellazioni nell’Artico russo, è stato finalmente scarcerato.[MORE]

E le prime parole di D’Alessandro oltre le mura della struttura detentiva SIZ01 di San Pietroburgo mostrano tutta la sua determinazione sulla vicenda: «Il blitz? Sì, lo rifarei».

Dopo l’annuncio di martedì scorso della libertà su cauzione concessa dalla Corte di San Pietroburgo, il rilascio dell’attivista italiano è avvenuto dietro il pagamento, così come stabilito, di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro, effettuato con i fondi di Greenpeace International. Tuttavia le condizioni di libertà non sono ancora chiare, quindi non è ancora possibile sapere se il giovane potrà essere rimpatriato o meno.

Uno status questo che trova conferma anche nelle parole del padre di Cristian, Aristide D’Alessandro: «dopo due mesi terribili finalmente una gioia piena. Ora lo aspettiamo, ma non sappiamo ancora quando potrà tornare. Per il momento andrà in un hotel. Se resterà in Russia, andremo a trovarlo». Di pari felicità la madre, Raffaella, che appena ricevuta la notizia ha così commentato: «Siamo davvero felici che Cristian possa finalmente uscire dal centro di detenzione in cui e' stato negli ultimi due mesi. Come madre, questo e' di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per i quali lui e i suoi compagni sono accusati. Adesso non vediamo l'ora di poter parlare con lui. Il mio pensiero va oggi anche ai familiari di Colin, al quale la detenzione e' stata prolungata, nella speranza che presto anche la sua situazione venga risolta. Ringrazio naturalmente il Ministero degli Affari Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto».

Tuttavia, nonostante l’importante passo in avanti di oggi, la faccenda non è di certo risolta. Da parte delle autorità russe restano ancora in essere, infatti, le accuse di vandalismo e formalmente, come tengono a precisare i responsabili di Greenpeace, anche quelle di pirateria, considerato che tale accusa non è stata ufficialmente ritirata.

In tal senso sono piuttosto esplicite le parole del direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio: «Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando, visto che tutti gli attivisti sono ancora accusati di vandalismo, un crimine molto serio che non hanno commesso e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi solo – ha aggiunto Onufrio – quando cadranno le accuse ingiuste e anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia».

La scarcerazione di Cristian D’Alessando fa seguito a quelle avvenute negli scorsi giorni di altri attivisti di Greenpeace, Camila Speziale, Paul Ruzycki, Tomasz Dziemianczuk, Miguel Hernan Perez Orsi, David John Haussmann, Ana Paula Maciel, Denis Sinyakov, Andrey Allakhverdov, Ekaterina Zaspa, escluso l’australiano Collin Russel a cui lo stato di carcerazione preventiva è stato prorogato fino al 24 febbraio 2014.

(Immagine da corriere.it)

Giovanni Maria Elia


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