PALERMO, 16 NOVEMBRE 2011 – Lo Stato chiude i conti con i fratelli Graviano. Letteralmente. È infatti di 32 milioni di euro il maxi sequestro eseguito – all'interno dell'operazione “Madre Natura” - dal Nucleo speciale polizia valutaria e dal Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) palermitano ai danni dei due boss, attualmente soggiornanti nel carcere milanese di Opera. Tra le attività sequestrate distributori di benzina, tabacchi, bar e agenzie di scommesse. [MORE]
Oltre ai Graviano, le attività erano riconducibili anche a Giorgio Pizzo, Cesare Lupo e Giuseppe Faraone attraverso vari prestanome e persone di fiducia. Le indagini – che hanno accertato una profonda discrepanza tra redditi dichiarati e attività effettivamente svolta all'interno degli esercizi – ha portato alla fine al sequestro di quindici attività imprenditoriali, ventuno unità immobiliari, diciassette terreni e quatro autovetture.
È proprio grazie al settore carburanti che Filippo, Giuseppe e Benedetto Graviano hanno costruito, a partire dai primi anni Novanta, il loro impero criminale, attraverso l'acquisizione di aree di servizio di rilevanti dimensioni in posizioni strategiche, come l'ingrosso autostradale di Palermo.
Andrea Intonti
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