Legge elettorale: l'Italicum è a un bivio. Tra Renzi e FI manca l'intesa sul premio
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Legge elettorale: l'Italicum è a un bivio. Tra Renzi e FI manca l'intesa sul premio

martedì 28 gennaio, 2014

ROMA, 28 GENNAIO 2014 - Proseguono le trattative del Pd, e di Matteo Renzi in particolare, con Forza Italia sulla nuova legge elettorale. Indicativa infatti di una disponibilità a discutere fino in fondo con quello che viene riconosciuto come il principale alleato di governo è la decisione presa ieri sera, dai membri Pd della commissione Affari costituzionali della Camera, di ritirare quasi tutte le proposte di modifica al modello di legge elettorale sul tavolo.

Alle 13 di ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti e sono state 318 le proposte arrivate, con in testa i 5 Stelle con 60 proposte di modifica Ma in serata Renzi ha appunto convinto i deputati Pd ad un 'ritiro tecnico' degli emendamenti non concordati con FI e Ncd per permettere la prosecuzione della trattativa con Forza Italia e in vista soprattutto di un possibile incontro (o comunque contatto) oggi con Silvio Berlusconi.

Sul tavolo della commissione sono rimasti la delega al governo per la definizione dei nuovi collegi elettorali, l'innalzamento della soglia per il premio dal 35 al 38% e la previsione di primarie previste per legge ma non obbligatorie. Ieri sera ad un certo punto sul premio di maggioranza è sembrato che Renzi e Denis Verdini, uno degli 'ambasciatori' dell'ex premier sulla legge elettorale, raggiungessero una sorta di intesa su questo tema. Ma a tardissima sera ci ha pensato il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, a stoppare la questione: ''Non c'è nessun accordo sull'innalzamento della soglia dal 35 al 38%. Forza Italia smentisce nella maniera più assoluta che ci sia un accordo. Per noi i patti vanno mantenuti. Noi li manterremo e speriamo che li mantenga anche il Pd''. Ma la strada che indica l'ex ministro non vale solo per il Pd. Anche Ncd ha presentato emendamenti dello stesso tenore, con l'obiettivo della reintroduzione delle preferenze e in alternativa collegi uninominali o un mix tedesco di collegi e preferenze. Sulla stessa linea gli emendamenti di Scelta Civica, di Fratelli d'Italia, di Sel.[MORE]

Il tempo per chiudere un accordo sulla legge è ormai al limite. I nodi aperti sono ancora molti - per sciogliere i quali si parla infatti di un prossimo contatto sindaco-Cavaliere - e domani il testo dovrebbe approdare in aula alla Camera. A parte la questione sulle preferenze si tenta di modificare gli sbarramenti di accesso in Parlamento sia per la coalizione che per il singolo partito. Per questo è tornato sul tavolo delle trattative il cosiddetto emendamento 'salva Lega' che prevede il ripescaggio dei partiti fortemente radicati in un determinato territorio qualora questi superino l'8% dei voti in 7 circoscrizioni.

Un accordo Renzi-Berlusconi che, anche se come tutto lascia intendere dovesse andare ulteriormente in porto, rischia di non avere vita facile in aula. Certo, la trattativa in corso potrebbe far slittare di un giorno l'arrivo del testo in Parlamento, ma questo non cambierebbe l'ostacolo che la nuova legge elettorale si troverebbe davanti e cioè l'esiguità delle truppe renziane all'interno dei gruppi Pd di Camera e Senato. Un fatto questo che potrebbe creare non poche difficoltà al progetto del segretario. Ecco spiegato il tentativo di Renzi di allargare il più possibile il fronte favorevole alla nuova legge, cercando di rendere il più omogeneo possibile lo schieramento. Da qui la necessità di avere dalla propria parte oltre che Forza Italia anche il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che servirebbe a mitigare - essendo la formazione del ministro dell'Interno alleata del Pd al governo - le insofferenze che deriveranno all'interno del partito per lo scontato accordo con il nemico di sempre Silvio Berlusconi.

In questo quadro assume rilievo l'intervento ieri del presidente del Consiglio Enrico Letta. In un momento in cui l'assetto del governo è talmente precario da congelare l'annunciato patto di coalizione per il 2014 e, visti i rapporti tra i partiti della maggioranza e all'interno dei partiti della maggioranza (vedi Pd) il premier è consapevole come la legge elettorale possa rappresentare la bomba che faccia esplodere l'esecutivo. Ecco allora il suo intervento di ieri, sostenendo che ''il più felice sarei io'' se ''dovessero essere risolti i problemi della legge elettorale e del bicameralismo perfetto. Sono fiducioso che l'iniziativa dei partiti principali e del Pd arrivi ad un risultato positivo anche per il rafforzamento dell'Italia. Il governo è il primo tifoso dell'accordo elettorale'', un accordo che ''renderà il governo più forte anche nei confronti della Unione europea''.

Michela Franzone


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