Legge elettorale, Renzi detta la linea: «Ecco le tre proposte»
Politica Lazio

Legge elettorale, Renzi detta la linea: «Ecco le tre proposte»

giovedì 2 gennaio, 2014

ROMA, 2 GENNAIO 2014 - Appena eletto segretario del Pd, lo scorso 8 dicembre, il pragmatico Matteo Renzi fu subito chiaro nel ripetere un messaggio: «Non c’è più tempo da perdere». Col proposito di non smentirsi, il sindaco di Firenze, ha voluto cominciare a “spron battuto” anche nel nuovo anno.

Quest’oggi, infatti, ha presentato alle altre forze politiche, attraverso una lettera pubblicata nel suo sito, quali sono i tre modelli sui quali il Pd è disposto a lavorare per una nuova legge elettorale.
 

Tre modelli, come detto, e non un’unica soluzione. Una differenza sostanziale sulla quale il segretario del Pd ha subito precisato: «Sulla legge elettorale rinunciamo a formulare la nostra proposta ma offriamo diversi modelli alle forze politiche che siedono insieme a noi in Parlamento».
 

Una mossa in perfetto contropiede quella utilizzata da Matteo Renzi, che se da un lato vuole dettare la linea da intraprendere, dall’altro cerca di far uscire allo scoperto le reali intenzioni degli avversari su un tema dibattuto come quello della riforma elettorale. Un’intenzione che emerge in maniera cristallina quando scrive: «Togliamo gli alibi agli altri».

Entrando nel merito delle tre proposte, il segretario del Pd scrive: «siamo pronti a chiudere su un modello tra quelli qui sommariamente esposti:

I) Riforma sul modello della legge elettorale spagnola. Divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%.
II) Riforma sul modello della legge Mattarella rivisitata. 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l'attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
III) Riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%».
 

Esposti i contenuti Matteo Renzi torna a precisare che «il Pd è pronto a recepire suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte. Ma chiediamo – precisa – certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non può più fare passi falsi». E sempre all’insegna della rapidità nei tempi e del pragmatismo continua: «Nella prossima settimana sarà nostra cura chiedere appuntamenti bilaterali a chi di voi sarà disponibile a incontrarsi. Non servono molti giri di parole: volendo, in qualche ora si chiude tutto». Insomma, come recita il vecchio adagio “volere è potere” e il neosegretario del Pd sembra volerne fare un modus vivendi.[MORE]
 

Ma a conclusione della lettera, Renzi non dimentica di affrontare altri importanti e delicati argomenti. A partire dalla «kafkiana vicenda» riguardante le «24 famiglie di nostri connazionali bloccati da due mesi in Congo in attesa dell’autorizzazione a rientrare in Patria con i propri bambini adottati: procedura già conclusa, ma non perfezionata per un inghippo burocratico». Per tale ragione, secondo il neosegretario del Pd, «all’interno del patto di coalizione che si dovrebbe siglare a gennaio, tra le forze che sostengono la maggioranza», non può essere trascurato «un capitolo Diritti Civili che comprenda non solo le modifiche alla Bossi Fini o le unioni civili per persone dello stesso sesso o la legge sulla cooperazione internazionale o i provvedimenti per le famiglie, ma anche una disciplina più moderna ed efficace delle adozioni».
 

(Immagine da agi.it)

Giovanni Maria Elia


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