Monti, Direttiva taglia-spese: "Stop a regali sopra i 150 euro"
Politica Lazio

Monti, Direttiva taglia-spese: "Stop a regali sopra i 150 euro"

venerdì 10 febbraio, 2012

ROMA, 10 FEBBRAIO 2012- Con una direttiva che trova la sua giustificazione nell'“esigenza di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica”, rivolta "a tutte le strutture che dipendono dal ministero dell'Economia e dalla Presidenza del Consiglio", Palazzo Chigi ha voluto tracciare le linee guida a cui la pubblica amministrazione si dovrebbe attenere per contrastare gli sperperi (di denaro pubblico), a cui spesso assistiamo.

Giusto per citare un esempio, è sufficiente pensare alle spese "pazze" sostenute del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno (sorella del sindaco di Roma), di cui si è scritto non molto tempo fa. Al fine di agevolare la memoria, nella nota spesa dell'Alemanno comparivano importi folli tipo: "22 mila e 800 euro pagati all’Adnkronos per “supporto informativo multimediale” e i 20 mila euro per i servizi della Mp group".

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La direttiva voluta da Monti dovrebbe (il condizionale in questi casi è d'uopo) avere come obiettivo quello di mettere un freno a simili situazioni, fissando dei paletti. Come si legge nella nota, "L’osservanza dei limiti di spesa fissati dalle norme, per evitare spese non indispensabili o non ricollegabili in modo diretto e immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative, astenendosi dall’effettuare spese di rappresentanza, ed evitando di organizzare convegni, o altri eventi non strettamente indispensabili".

Il testo della direttiva di Palazzo Chigi continua sottolineando che occorre “osservare scrupolosamente le disposizioni contenute nel codice etico di ciascuna amministrazione, con particolare riferimento a quelle relative al divieto di accettare regali e omaggi di qualsiasi natura di valore superiore a 150 euro, tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio. In ogni caso, i regali di valore superiore devono essere restituiti, ovvero ceduti all’Amministrazione di appartenenza”.

La nota specifica che tale decisioni si inseriscono nel quadro di austerità, in linea con le manovre finanziare adottate nello scorso anno che "hanno comportato una significativa correzione dei conti pubblici. Questa correzione, imposta dalla primaria esigenza di rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti in sede europea, ha reso necessaria l’introduzione di disposizioni volte a determinare sia maggiori entrate che minori spese".

Tuttavia, avverte la nota, “l’introduzione di nuovi meccanismi legislativi non è sufficiente, è necessario affiancare un’azione amministrativa indirizzata in modo deciso al perseguimento degli obiettivi di economicità ed efficienza. Oltre che la puntuale e sicura osservanza dei limiti di spesa fissati dalle norme, inclusi quelli concernenti determinate categorie di spesa (ad esempio, spese di rappresentanza, convegni e consulenze), è necessario non solo che non vengano effettuate spese non indispensabili e non ricollegabili in modo diretto ed immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative, ma anche che, in linea generale, i comportamenti degli amministratori pubblici siano ispirati al principio di assoluta sobrietà".

In merito alla suddetta sobrietà, incalza Monti, “Occorrerà – in linea generale – astenersi con estremo rigore dall’effettuare ogni spesa di rappresentanza. Solo in casi del tutto eccezionali, riferibili a rapporti con Autorità estere, si potranno effettuare, comunque previa espressa autorizzazione, spese di modico valore. Inoltre, è necessario evitare l’organizzazione di convegni, celebrazioni, ricorrenze e inaugurazioni, anche quando questi ultimi costituiscano tradizionali impegni della Struttura che li indice”. Passaggio, quest'ultimo, che sembra quasi essere una frecciatina all'indirizzo della direttrice dell'Agenzia dell'Entrate.

Il premier fa un invito affinchè "vengano scrupolosamente osservate le disposizioni contenute nel codice etico di ciascuna amministrazione, con particolare riferimento a quelle relative a regali ed omaggi". A tale proposito si legge nella direttiva,“Idestinatari non accettano, per sè e per altri, beni materiali, quali regali o denaro, nè beni immateriali o servizi e sconti per l’acquisto di tali beni o servizi o qualsiasi altra utilità, diretta o indiretta, da soggetti (persone, Amministrazioni, Enti, Società) in qualsiasi modo interessati dall’attività del MEF che eccedano il valore di 150,00 Euro. Regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti al MEF. I regali e gli omaggi ricevuti non devono comunque compromettere l’indipendenza di giudizio, la correttezza operativa, l’integrità e la reputazione del dipendente e in ogni caso devono essere tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio”.

Infine, Monti concude la direttiva dicendo, "Con la certezza del fatto che le SS.LL. si renderanno convinti interpreti delle esigenze che ho voluto fare presente, confido nella consueta, fattiva collaborazione”. Anche i cittidani, in merito, vorrebbero confidare, intanto: "Dubito ergo sum".

(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Rosy Merola


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