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Per il Dap il tentato suicidio di Provenzano è stata tutta una messa in scena

Elisa Mirabile
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Per il Dap il tentato suicidio di Provenzano è stata tutta una messa in scena
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PALERMO, 11 MAGGIO 2012 - Nella tarda serata di due giorni fa, all'interno della struttura del carcere di Parma, il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano ha tentato di togliersi la vita, mettendo la testa dentro un sacchetto di plastica di piccole dimensioni, usato per tenere i farmaci.Un poliziotto penitenziario del Gom (Gruppo Operativo Mobile) che si era avvicinato alla sua cella, è riuscito ad intervenire tempestivamente.[MORE]

Secondo fonti del Dap, sarebbe tutta una messa in scena. Il boss, sottoposto recentemente a perizie che hanno stabilito che è in grado di intendere e di volere, già da giorni avrebbe cercato di dimostrare la sua pazzia:diceva di non riuscire a sedersi e di non trovare la sedia. Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe) dichiara:«Per quanto ci è dato sapere, quello messo in atto nel carcere di Parma da Bernardo Provenzano è stato un maldestro tentativo di simulazione di suicidio probabilmente per evitare di essere sottoposto ad una visita psichiatrica già programmata » e continua «Non a caso le modalità del presunto suicidio sarebbero avvenute quasi in presenza del preposto di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza del detenuto, poliziotto che comunque è stato bravissimo ad intervenire nell’immediatezza per scongiurare che anche il maldestro tentativo potesse in realtà avere gravi conseguenze. L’attenzione, lo scrupolo e la professionalità del poliziotto penitenziarie vanno certamente rimarcate perchè, ripeto, sono state fondamentali per un tempestivo intervento. Ma, ripeto, per quel che ci è dato sapere il tentativo di suicidio di Provenzano è una bufala ».

Numerosi, nei mesi scorsi, gli appelli dei legali e del figlio Angelo Provenzano alla trasmissione televisiva di Santoro “Servizio Pubbilco”: «È molto malato» dicevano «rischia la morte ogni giorno. Basta col 41 bis. Venga detenuto ma in condizioni civili ».«Noi chiediamo – aveva affermato Provenzano Jr – che mio padre venga curato. Prima di tutto è un detenuto. È vero che sta pagando meritatamente o immeritatamente, ma rimane sempre un cittadino italiano: sarà stato capo di Cosa Nostra ma stiamo parlando di un essere umano ».

Due periti nominati recentemente dalla Corte d’assise di Palermo, dopo aver visitato il boss hanno detto che Bernardo Provenzano non è depresso e sta bene.


(foto da: www.rockit.it )

 

Elisa Mirabile


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Scritto da Elisa Mirabile

Giornalista di InfoOggi

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