ROMA, 28 MAGGIO 2013 – L’arte racconta la musica, o il contrario, in un remake di uno spettacolo realizzato nel 1928 dal fondatore dell’espressionismo astratto Vassilij Kandinskij, oggi riproposto in prima nazionale - nell’Aula Magna della Sapienza (alle 20:30) - dal pianista franco-russo Mikhaïl Rudy, in collaborazione con la Cité de la Musique di Parigi.
La musica è quella originale, la suite per pianoforte “Quadri di un'esposizione” del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij, sulle cui note Kandinskyj aveva messo in scena una mirabile parabola cromatica, aiutato dal Teatro Municipale di Bauhaus Dessau. Attraverso il suo linguaggio pittorico - geometrie, linee e punti animati da luci colorate - riuscì a dare forma alle sensazioni suscitate dalla partitura; curioso invece rilevare che a sua volta Musorgskij si era ispirato ai dipinti dell’amico Viktor Hartmann esposti a Mosca nel 1874.
I documenti e i disegni di quello storico evento, custoditi dal Centre Pompidou di Parigi, ne hanno reso possibile e fedele la ricostruzione, accuratissima, un diario percettivo che si avvale della proiezione di un video basato sulla performance teatrale di Kandinskyj.
I suoni e i colori si armonizzano in un gioco sincronico di rimandi, di vibrazioni emotive, come in uno specchio, un tributo all’arte e alle sue chiavi di lettura.
« A volte mi sembrava che il pennello,
che con volontà inflessibile strappava frammenti
a quest'organismo cromatico vivo,
provocasse l'emissione di un suono musicale».
(Cit. di Kandinskyj da “Sguardo al passato”, in “Tutti gli scritti”, Feltrinelli, 1989)
(Immagine: Kandinskyj, bozzetto per i “Quadri di un’esposizione”, 1928, dal sito ClassicaViva)[MORE]
Domenico Carelli
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