Ragione e Fede: Face to Face
Cultura e Spettacolo Calabria

Ragione e Fede: Face to Face

martedì 23 ottobre, 2012

 Ha ancora senso credere in Gesù il Risorto, e soprattutto «Chi è il Cristo Risorto?».
 Da quel lontano giorno di Pasqua di duemila anni fa l’umanità si pone questi interrogativi.
 «Resurrexit!» «È risorto», annunciava l’Angelo alle pie donne accorse al sepolcro di Gesù il Nazareno all’alba del terzo giorno dalla Sua morte sul legno della croce, oltremodo confuse nello scoprirlo vuoto. [MORE]


L’episodio, riportato dal Nuovo Testamento costituisce il principio della fede cristiana. Nessuno avrebbe immaginato che avrebbe cambiato il corso degli eventi.
 In molti hanno provato e continueranno a indagare su questo mistero, destinato a rimanere tale, una Verità di fede, una scelta stessa di fede, da accettare o rifiutare, in ogni caso che non ammette neutralità, perché la parola di Gesù continua a dividere da sempre, così come ha diviso la Storia in prima e dopo di Lui.

 Business, caso editoriale di una stagione o campione d’incassi al botteghino, a volte mascherato sotto forme poco ortodosse quando non dissacranti, l’interesse per la figura di Gesù non si è mai sopito, resiste ai trend, incuriosisce anche chi lo nega, pure ai tempi – non facili – del relativismo, della secolarizzazione, dell’ateismo dilagante, della crisi della Chiesa. In crisi, oggi, non è solo la fede. La famiglia, l’educazione, il senso del lavoro, l’attesa personale di felicità sono messi in discussione con essa. L’uomo appare disorientato dai grandi sconvolgimenti epocali in atto, tiranneggiato da messaggi spesso contraddittori, dalla manipolazione dei media in grado di mitizzare o annientare un individuo, un’istituzione. Si è tornati, non a caso, a parlare di guerre di religione.

 Le persecuzioni dei cristiani nel mondo non sono solo un fenomeno del passato: l’intolleranza religiosa contro le comunità cristiane, accompagnata anche da episodi tragici di violenza, lesiva della libertà religiosa e di pensiero (e non solo), non si è mai fermata in Medio Oriente e in Nord Africa, ma anche in altri paesi, dalla Cina all’India, senza annoverare le vicende di casa Italia.

 Un invito a riflettere su quanto ci accade intorno, alla riscoperta della bellezza e della forza della fede, alla conversione, al recupero di una - a volte dimenticata - identità cristiana, è la sfida postmoderna dell’Anno della fede in corso, indetto dal pontefice Benedetto XVI l’11 ottobre 2012 (terminerà il 24 novembre 2013) nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, che attesta l’impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione. Ripartire dal Vangelo per annunciarlo, per testimoniarlo (pur con i limiti), leggendolo per la prima volta oppure rileggendolo con una catechesi sistematica, anche attraverso le interpretazioni dei Padri della Chiesa, in sintonia con il rinnovato interesse - degli ultimi anni - per lo studio dei testi della Scolastica, per quei teologi e filosofi dediti alla ricerca della Verità, in un dialogo continuo tra ragione e fede.

 A questo appello risponde Gesù il Risorto. San Tommaso d’Aquino Teologo della Risurrezione (Cittadella Editrice, 2012, pp. 120, euro 13), il nuovo saggio (con la presentazione di S. E. Mons.  Vincenzo Rimedio - Vescovo emerito di Lamezia Terme (CZ) - e la prefazione di Mons. Costantino Di Bruno - Assistente Ecclesiastico Centrale del Movimento Apostolico - ) del giovane sacerdote e teologo Nicola De Luca - Assistente del Movimento Apostolico della diocesi di Cassano All’Jonio (CS) -, pubblicato a due anni di distanza da La vera felicità (edita da Rubettino).


 La rilettura teologica proposta dal De Luca delle  questiones LIII-LVI della tertia pars della Summa Theologiae, rende attuali e accessibili alcune pagine del monumentale capolavoro dell’Aquinate, ospitando riflessioni e approfondimenti delle verità di fede.

 Il percorso, accurato e metodologico, attraverso una puntuale analisi del testo, si snoda lungo cinque capitoli, guidando il lettore nella ricerca del mistero di salvezza della Risurrezione di Gesù, sulle orme di San Tommaso, cultore per antonomasia di Fides et Ratio, quel “bue muto” – aveva profeticamente dichiarato Alberto Magno nel medioevo – che un giorno avrebbe “muggito così forte da farsi sentire nel mondo intero”.
 L’autore ben coglie gli elementi innovativi della trattazione tomista, come l’innegabile portata soteriologica, l’originale impostazione metafisica, o l’accoglienza dell’aristotelismo accordato però alla visione cristiana del mondo.

 Questo commento alla cristologia della Summaintroduce nel laboratorio della fede”, che è “risposta dell’uomo ragionevole e libero alla Parola del Dio vivente” asseriva il Beato Giovanni Paolo II – in grado di rispondere alla domanda universale sul senso della nostra vita, ponendo l’amore e non il dolore o la morte a fondamento di una esistenza autentica e rinnovata.

 Il risultato è un’apologia della Risurrezione, che è vittoria - da parte del Figlio di Dio fatto uomo, l’Unigenito, il Verbo Incarnato - sulla morte, sul peccato – è articolo del Credo della religione cattolica -, “complemento” di redenzione dell’uomo giusto, dono di “uno spirito nuovo”, di una nuova forma di vita, permanente, glorificata, “il culmine del progetto di Dio sull’uomo”.

 «Resurrexit!». Il Risorto “rende nuove tutte le cose”: non è storia di ieri, è Vivo, è uscito dalle leggi della fisicità, dal buio del lutto, per abitare in ogni luogo, in ogni cuore, per risplendere “in ogni suo discepolo, con ogni suo discepolo” (attraverso l’Eucaristia), rivelando il Volto del Padre.
 È questa la novità eterna del Vangelo, “luce vera”, ineffabile, che riverbera dal principio.


Domenico Carelli
  

 


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