"Red 2" di Dean Parisot, spie da cabaret e pupe esplosive
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"Red 2" di Dean Parisot, spie da cabaret e pupe esplosive

mercoledì 4 settembre, 2013

RED 2 DI DEAN PARISOT, LA RECENSIONE - Allarme rosso, quando si cerca di ricaricare un action movie venuto bene come Red, spiritoso e movimentato, con un sequel che non può permettersi cali di tensione, se ambisce a non allungare la lista dei tanti secondi capitoli venuti male. Pare che all’industria cinematografica questi rischi non facciano impressione: tanto la fedeltà al brand spingerà comunque lo spettatore a vedere – e pagare il biglietto – prima di giudicare. Red 2, speculazioni a parte, trova un regista all’altezza, Dean Parisot, per la precisione: all’altezza di maneggiare un dream team di attori. Le facce, infatti, sono le stesse, e la storia conta poco o nulla, quanto un'occasione per fabbricare uno 007 fake con la pallottola spuntata, tutto giocato sull'ironia, con la dotazione di qualche auto rovesciata, una decina di esplosioni, lazzi e minacce nucleari senza vero nucleo narrativo.[MORE]

FACCE E SPALLE - E le facce sono, soprattutto, quelle dei coniugi Moses, ancora Frank (Bruce Willis) e Sarah (Mary-Louise Parker), rispettivamente spia ritirata e consorte, col primo preso di mira dalla CIA per aver preso parte ad una vecchia operazione in Russia, e la seconda non particolarmente incline ad accontentarsi della poco eccitante vita da casalinga. Il vecchio agente tornerà in pista: wanted come terrorista dall’Intelligence, fiancheggiato dall’amico Marvin (John Malkovich), inseguito dalla vecchia conoscenza Victoria (Helen Mirren) e dal giovane killer Han Cho Bai (Byung-hun Lee), inseguitore di uno scienziato che ha dato di senno (Anthony Hopkins) e alle prese col doppio gioco di un’antica fiamma, ora sexy antagonista (Catherine Zeta-Jones). Senza contare che in un matrimonio ci si divide tutto.

Si sono divertiti, Bruce Willis e John Malkovich? A noi non sembra particolarmente, mestieranti come sono – e in parte il film ne risente; ma l’effetto complessivo resta comunque gradevole, soprattutto perché Malkovich, che ha divertito molto il pubblico americano in sala, esegue a meraviglia i doveri della buona spalla, con Willis a fare da duro dal cuore tenero: spia ritirata buona\spia ritirata cattiva – e con un po’ d’ironia letale il film d’azione diventa screwball, una commedia svitata, attenta a dosare le torsioni della storia per non far mancare i colpi di scena ad orologeria, anche se non tutte le molle della sceneggiatura sembrano a posto (il soggetto, si ripete, pare un tortuoso pretesto).

90 SFUMATURE DI SPY COMEDY - Nulla è geniale, ma tutto è funzionale alla recitazione: i pezzi da novanta (Willis e Malkovich), la novanta-sessanta-novanta che gioca a fare la femme fatale (Catherine Zeta-Jones), la vivacissima mogliettina che sconfigge la sindrome da “la paura fa novanta” (Mary-Louise Parker, sulla meravigliosa scia della serie tv Weeds), il quasi novantenne di carisma (Anthony Hopkins), il sudcoreano che roto-trasla di 90° con acrobazie alla Matrix (Byung-hun Lee), l’attempata ancora arzilla che spara dai finestrini su macchine a 90 km orari (Helen Mirren).

PISTOLE (A) PUNTATE - Le gag coi tempi giusti, però, confermano l’allontanamento di Red dalla miniserie di fumetti di Warren Ellis, assai più votata al sarcasmo che alla comicità e decisamente più spietata rispetto alle pistole un po’ a salve dell’omologo cinematografico. Resta, però, una singolare eredità dal fumetto: una sorta di meccanismo interno per “strisce”, con spostamenti di scenario ed evoluzioni della storia che paiono procedere per puntate, o vignette, o albi. Il risultato ricorda vagamente una serie televisiva degli ultimi anni, sempre votata al mix tra spy-story e commedia, quale Chuck, rigorosamente a puntate; ma proprio questo paragone apre la strada ad un’osservazione sul ruolo dei sessi: mentre la spia "Incapace" o improvvisata, a differenza del telefilm, pare essere la donna, cioè Sarah\Mary-Louis Parker, sono in realtà proprio le donne a prendere le iniziative decisive, per quanto appaia che siano gli uomini a tenere le redini. Emblematico, d’altronde, il travestimento puramente goliardico di Malkovich in ballerina da tabarin nelle battute conclusive, e nello stesso contesto l’allegra smitragliata in aria della Parker, a rovesciare l'effettiva dominanza uomo\donna, così come la scena in cui Helen Mirren si scatena da cecchino con collega maschio a rimirarne, da provolone, il fascino assassino. 

Non c’è la tensione erotica della fiction, né la virilità del fumetto, quanto un rimescolamento parodico di generi e di gender da parte di un regista che per le parodie ha un debole: vedi lo spassoso Galaxy Quest, alias Star Trek in versione riveduta e (s)corretta.

Red 2 di Dean Parisot, fortissimo nel cast, debolissimo nella storia, è un film argutamente sragionevole, esplosivo nelle battute e appena pirotecnico nelle evoluzioni alla Fast and Furious, teso a sviluppare i suoi "soggettoni" più che il suo soggetto. 

Titolo originale: Id.
Regista: Dean Parisot
Interpreti: Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker, Anthony Hopkins, David Thewlis, Catherine Zeta-Jones, Lee Byung-hun, Brian Cox, Tim Pigott Smith, Philip Arditti, Neal McDonough, Titus Welliver
Origine: USA, Francia, Canada, 2013
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 116'


Antonio Maiorino

Critico d'arte e di cinema
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