Riforma Senato: trovata intesa in commissione. Lunedì ddl approda in Aula
ROMA, 11 LUGLIO 2014 - È stato trovato, dalla commissione Affari Costituzionali, l’accordo sull’ultimo punto rimasto in sospeso riguardo la riforma del Senato: le modalità di elezione. L’emendamento, votato dalla maggioranza, Fi e Lega, nella sua nuova riformulazione prevede che i senatori vengano eletti dai Consigli regionali, su base proporzionale. M5S e Sel hanno votato contro. Adesso la commissione dovrà dare un voto finale sul testo che lunedì approderà in Aula.
La giornata non prospettava nulla di buono, come aveva fatto intuire Roberto Calderoli dichiarando: “Non troveremo un’intesa, si andrà all’Aula”. E invece l’intesa è stata trovata con la soddisfazione di molti. “Sono molto soddisfatta del lavoro fatto in Commissione – ha dichiarato al termine il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi - Devo ringraziare i relatori, tutta la Commissione e anche i funzionari. Vedremo più avanti i punti da migliorare. – Continua il ministro - Siamo aperti al confronto ma è un buon testo ed è stato rispettato l’impegno di far uscire oggi il testo dalla Commissione. Si compie un importante passo avanti per il Paese sul cammino del cambiamento”.
“Il nuovo testo – torna alla fine dell'incontro Calderoli - sulla composizione del Senato, licenziato dalla commissione Affari Costituzionali, costituisce un passo in avanti. Non solo rispetto all’estetica del testo stesso, ma è tornato ad essere democratico. Gridare al lupo al lupo alla fine è servito a qualche cosa”.
"Siamo arrivati con una lunga discussione ad un testo arricchito, che ha tenuto conto dei suggerimenti emersi dal dibattito" ha affermato la presidente della commissione e relatrice del ddl sulle riforme Anna Finocchiaro. Per la presidente la soddisfazione è doppia perché è arrivato anche l’ok per l’emendamento, riguardante l’articolo 57, da lei presentato. Il Senato resterà composta da 95 senatori rappresentanti delle istituzioni territoriali e altri 5 scelti dal Presidente della Repubblica, ma è stato è abolito il premio di maggioranza previsto nelle leggi elettorali regionali.[MORE]
Sull’onda dell’entusiasmo continua anche il premier Renzi: “È una giornata di straordinaria importanza per il paese, il processo di riforme strutturali avviato sta producendo tappe con un ritmo giusto. Non facciamo le corse, approviamo le tappe in tempi regolari, dopo anni di ralenti andiamo a velocità normale”. E aggiunge: “Non ho paura del voto dell’Aula perché se al Senato ci sarà qualcuno che vuole frenare comprensibilmente è perché magari non ricorda neanche il recente passato”.
Sul versante opposto però ci sono M5S e Sel che hanno dato voto sfavorevole all'emendamento. I pentastellati hanno convocato una riunione straordinaria per decidere il comportamento da adottare in Aula lunedì. Da quanto si è appreso starebbero valutando la modalità di ostruzionismo ad oltranza. Il senatore Crimi non cela le sue dure critiche: “È un’elezione indiretta che di fatto annulla le competenze del Senato e viola l’articolo 1 della Costituzione”.
Con loro anche Sel. "La nostra totale contrarietà al testo resta, anche alla luce dell'ultimo emendamento ripasticciato" dichiara la capogruppo Loredana De Petris, che anche lei dichiara: "Continueremo la nostra battaglia da lunedì in Aula con ogni strumento a disposizione da regolamento".
Michela Franzone
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