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Salute, l'Ime a rischio chiusura

Antonella Sica
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Salute, l'Ime a rischio chiusura
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ROMA, 22 DICEMBRE 2015 – Il 31 dicembre potrebbe essere l’ultimo giorno di attività dell’Ime, Istituto Mediterraneo di Ematologia, eccellenza italiana all’avanguardia nel mondo per la cura della talassemia o anemia mediterranea, malattia dovuta alla mancata produzione di emoglobina, che spesso si rivela mortale, con poche alternative terapeutiche tra cui il trapianto di midollo. [MORE]

L’Ime svolge la sua attività terapeutica presso il policlinico di Tor Vergata, ma in locali ottenuti in affitto. A seguito dello sfratto disposto dal locatore a causa della morosità dell’ente che si è concretizzata in un debito di 6 milioni di euro, l’istituto è a rischio chiusura.

Pietro Sodani, esperto di trapianto di midollo osseo da donatore non compatibile nonchè dirigente medico della Fondazione Ime, ha dichiarato: «Con la chiusura dell’Ime il rischio è quello che si disperda un importantissimo patrimonio culturale e scientifico italiano. L’Istituto Mediterraneo di Ematologia venne fondato nel 2003, da tre ministeri italiani: quello della Salute, dell’Economia e degli Esteri assieme alla Regione Lazio», ma in realtà ha molti più anni sulle spalle: «L’attività si sviluppò circa trentacinque anni fa: è dal 1980 che il professor Lucarelli si occupa di trapianto di midollo osseo. Fino ad oggi sono stati eseguiti più di 400 trapianti, non è un gran numero se paragonato con altri istituti, ma l’Istituto Mediterraneo di Ematologia ha un’esperienza monotematica: ci siamo focalizzati su questa malattia genetica che è la più diffusa in tutto il mondo», ha proseguito Sodani.

«Siamo venuti a sapere che la chiusura è dovuta a problemi di natura economica», ha aggiunto. «La struttura ha sempre goduto di sovvenzioni governative: ogni anno l’Istituto Mediterraneo di Ematologia è sopravvissuto tramite gli stanziamenti contenuti nelle Finanziarie: quest’anno, però, sono venuti a mancare, così la Fondazione rischia di non reggere il peso economico – ha spiegato Sodani- Il nostro unico obiettivo è la salvaguardia clinica dell’Istituto, considerato centro di riferimento internazionale per la cura della talassemia. Vogliamo che non si disperda un patrimonio della cultura sanitaria italiana: il trapianto di midollo osseo per curare l’anemia mediterranea è stato ideato in Italia e rappresenta un onore per il nostro Paese».

La notizia della possibile chiusura è arrivata lo scorso settembre, come riferito dal dott. Sodani: «Inevitabilmente sono stati bloccati tutti gli arrivi programmati dei bambini che dovevano essere presi in cura. Ora il rischio è che tutte le persone che si sono formate con me nel corso degli anni, professionisti espertissimi in questa delicata materia, andranno da altre parti e dovranno cercare altre attività: ecco perché quello dell’Ime è un patrimonio di conoscenze che rischia di dissolversi».

Durante 15 anni di attività il gruppo dei professionisti dell’Ime ha eseguito 400 trapianti (fra donatore compatibile e non compatibile) e pubblicato oltre 40 articoli scientifici sulle più prestigiose riviste scientifiche del mondo.

Per evitare la chiusura dell’Istituto è partita una petizione online indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

[foto: lultimaribattuta.it]

Antonella Sica


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Scritto da Antonella Sica

Giornalista di InfoOggi

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