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Scuola, i giorni della protesta. Tutti contro Profumo: «Stanchi di essere presi in giro»

Giovanni Gaeta
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Scuola, i giorni della protesta. Tutti contro Profumo: «Stanchi di essere presi in giro»
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ROMA, 9 NOVEMBRE - Scuole, professori e studenti. Tutti uniti contro i tagli previsti dalla Legge di Stabilità che «mortificano l’istruzione, l’offerta formativa». Quella di oggi è stata una giornata all’insegna delle proteste scolastiche: dopo le manifestazioni di giovedì, con raduno al Colosseo e il blitz alla Sapienza, nella mattinata i ragazzi del Movimento Studentesco Nazionale hanno organizzato una manifestazione contro il governo nella zona Eur.[MORE]

«Le scuole crollano, gli studenti no» recita lo striscione del Movimento, per il quale i partecipanti al corteo romano sono cinquemila. Nella vicina Ostia, più di mille studenti si sono diretti verso il Municipio. Le manifestazioni studentesche non hanno interessato solo la zona romana: i cortei hanno sfilato nelle strade di Bologna, Bari e Firenze.

Le domande rivolte da ragazzi ed insegnanti sono tutte per il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo: «Cosa ha pensato per risolvere il problema dell’edilizia scolastica? Quali proposte per abbattere il caro libri? A quando la riforma della classe docente? Siamo stanchi di essere presi in giro, di attendere che qualcuno si dia una svegliata, e ci sembra che questo ministro abbia meno risposte di noi. La grande partecipazione di oggi dimostra solo un grande fatto: non siamo passivi ed inermi come ci descrivono, ma siamo ribelli armati di speranza» ha dichiarato Edoardo Stacchiotti, rappresentante della Consulta per l’Istituto Alberti e militante del Movimento Studentesco Nazionale di Roma.

La protesta non viene solo da chi occupa i banchi di scuola, ma anche da coloro che siedono dietro le cattedre. I motivi per cui i professori alzano la voce sono due: il primo riguarda l’aumento dell’orario di insegnamento frontale per i professori da 18 a 24 ore previsto dalla Legge di Stabilità; il secondo, che attira anche l’astio da parte degli studenti, è attinente alla riforma degli organi collegiali che permetterebbe l’ingresso ai privati e agli sponsor nei Consigli di Autonomia (gli ex Consigli di Istituto) e che aumenterebbe il potere dei dirigenti scolastici, riducendo di conseguenza la partecipazione della rappresentanza studentesca.

Di fronte alle proteste in strada, la risposta del ministro Profumo non si è fatta attendere: «L’istruzione è una priorità: i problemi sono grandi, interverremo, perché la scuola è il miglior investimento sul futuro per costruire un Paese più moderno».

La prossima settimana promette scintille, presentando tre giorni importanti per il mondo scolastico e lavorativo. Il primo grande appuntamento è fissato per il 14 novembre, giorno in cui è stato indetto lo sciopero generale della Cgil, che intende configurarsi, in senso più generale, come la forte protesta dell’Europa in difficoltà contro la Troika e le misure di austerità. Due giorni dopo ci sarà la Notte Bianca dell’Istruzione Pubblica e il 17 novembre la Giornata Internazionale dello Studente. «Siamo il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo» ha dichiarato Michele Orezzi, Coordinatore dell’Unione degli Universitari.

foto: repubblica.it

Giovanni Gaeta


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Scritto da Giovanni Gaeta

Giornalista di InfoOggi

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