

(Aggiornamento) Rapimento di Sofia: il dramma di due madri a Cosenza, una vera e una falsa
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Rapimento di una neonata a Cosenza: una città sotto choc ma rassicurata dalla polizia
Il rapimento di una neonata di appena un giorno dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza ha scosso profondamente la città e l’intera regione. Tuttavia, il tempestivo intervento della Polizia di Stato ha riportato serenità, risolvendo il caso in poche ore e garantendo la sicurezza della piccola Sofia, il cui lieto fine è stato accolto con applausi e commozione.
Un episodio isolato: nessun allarme per Cosenza
“Non c’è motivo di allarme. Questo è un caso isolato, risolto grazie alla grande professionalità delle forze dell’ordine”, ha dichiarato il questore Giuseppe Cannizzaro in una conferenza stampa. Durante l’emergenza, ogni agente disponibile, anche fuori servizio, è sceso in strada per contribuire alla ricerca della bambina.
La dinamica del rapimento
Secondo le ricostruzioni, Rosa Vespa, 51 anni, è entrata nella clinica fingendosi una puericultrice. Con volto parzialmente coperto e capelli raccolti in treccine, ha convinto la madre della neonata di dover portare la bambina dal pediatra. Poco dopo, insieme ad Acqua Moses, 43 anni, ha tentato di posizionare la neonata in un ovetto, ma la coppia si è allontanata con la bambina in braccio. L’allarme è scattato quando la madre, preoccupata per il ritardo, ha chiesto informazioni.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno permesso di identificare rapidamente i rapitori. La Polizia, dopo aver istituito posti di blocco alle uscite della città, ha intercettato l’auto con i due fuggitivi, riportando Sofia sana e salva ai genitori.
La confessione della sequestratrice
Vespa aveva simulato una gravidanza per nove mesi, condividendo foto sui social e annunciando la nascita di un bambino. La donna, secondo i vicini di casa, aveva inscenato una festa per celebrare l’arrivo del neonato, completando l’inganno con bomboniere e decorazioni.
Il marito, inizialmente ritenuto complice, è stato descritto come ignaro dei fatti. “All’arrivo della Polizia sembrava cadere dalle nuvole”, ha dichiarato un vicino.
La reazione della comunità e delle istituzioni
La vicenda ha generato un'ondata di solidarietà. Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha espresso vicinanza alla famiglia, elogiando le forze dell’ordine e sottolineando l’importanza della tecnologia nel risolvere il caso. Anche la premier Giorgia Meloni ha ringraziato gli agenti della Squadra Mobile, definendo il loro intervento “straordinario”.
Un lieto fine tra lacrime e applausi
Sofia è stata riconsegnata ai genitori tra gli applausi della folla accorsa alla clinica. La madre, ancora ricoverata e sotto choc, ha definito l’evento un “incubo”. “In quei momenti ho pensato il peggio, di non rivederla più. Poi tutta la Calabria si è mobilitata per trovare la mia bambina”, ha raccontato con gratitudine verso le forze dell’ordine.
Una lezione per il futuro
Saverio Greco, responsabile della clinica Sacro Cuore, ha sottolineato l’importanza dei sistemi di videosorveglianza e annunciato un ripensamento delle misure di sicurezza per evitare simili episodi.
La vicenda, per quanto drammatica, ha messo in luce la capacità della comunità e delle istituzioni di reagire con determinazione e unità. Sofia è tornata a casa, ma la memoria di questi momenti resterà come monito e speranza per un futuro più sicuro.