Ballottaggi: un cappotto estivo per Berlusconi
Editoriale Puglia

Ballottaggi: un cappotto estivo per Berlusconi

lunedì 30 maggio, 2011

Il cappotto a fine maggio è davvero fuori stagione, eppure Silvio Berlusconi tornerà dalla temperata Romania (dove si trova oggi) per catapultarsi – a malincuore – nel Generale Inverno Italiano: da Trieste in giù sarà bello far l'amore (s)vestiti di rosso, dopo questa devastante tornata di ballottaggi.
L'autostrada Milano-Napoli è il campo di parata per la schiacciante vittoria del centrosinistra che si afferma in modo netto tanto all'ombra della Madonnina quanto al sole del Maschio Angioino.
Giuliano Pisapia surclassa la Moratti 55 a 44 mentre (pazzesco!) l'estremista De Magistris (IDV) prende a sberle Gianni Lettieri dandogli un distacco di oltre 30 punti percentuali, 65 contro 34.
Piazza Plebiscito pare in procinto di cambiar nome, a breve: sarà Piazza De Magistris.[MORE]

Aldilà delle battute sarcastiche, sullo Stivale s'è abbattuto un autentico tsunami le cui scosse d'avvertimento già s'udivano 15 giorni fa e il PDL nulla ha fatto per riportare sui binari del dibattito cittadino lo scontro tra i candidati: a Milano la Lega ha inghiottito il rospo rispolverando i temi cari al suo elettorato, sperando di incutere timore con le campagne anti rom, anti moschee, anti immigrati, anti comunisti. Tanti anti, nessun pro.
Se ti dicono che sono tutti uguali e rubano alla stessa maniera, è solo un modo per convincerti a restar chiuso in casa quando viene la sera. Sarebbe bastato l'ascolto de “La Storia” di De Gregori ai vari Bossi, Calderoli, Salvini per dissuaderli dal pubblicare un video al limite del disgusto (per la cronaca, reperibile qui http://www.youtube.com/watch?v=gt_TgA1C6gE ).

Radio Padania manda in onda “L'internazionale”, come se Radio Radicale trasmettesse “Luca era gay” di Povia: è successo anche questo, oggi 30 maggio 2011, in Italia.
Una specie di piccola rivoluzione, tra la primavera e l'estate, in un Paese stordito che s'è voluto risvegliare non appena ne ha avuto la possibilità mettendo una croce su un simbolo piuttosto che su un altro.
E' indubbiamente una sconfitta pesantissima per Berlusconi, in primissima linea nella sua Milano e audacemente accanto a Gigi d'Alessio per la chiusura della campagna elettorale partenopea mentre Gianni Lettieri tenta fino all'ultimo di contattare il coordinatore PDL Denis Verdini intimandogli di non far salire il Presidente del Consiglio sul palco, evitandosi i fischi poi puntualmente arrivati.

A Trieste e Cagliari erano 10 gli anni di governo di centrodestra: oggi nel capoluogo friulano ha vinto Cosolini con il 57,5% mentre in quello sardo diventa sindaco il giovanissimo Massimo Zedda – 35 anni, vendoliano – conquista la poltrona di primo cittadino con il 59,4% dei voti.

Scorrendo l'Italia appare ancora più netta e indiscutibile la vittoria del centrosinistra: a Grosseto, Novara (dove governava la Lega, ndr.), addirittura Crotone e nelle province di Trieste, Mantova, Pavia i candidati “rossi” sconfiggono quelli “azzurri”.

Se è indubbia la spinta che i singoli candidati hanno dato alle loro coalizioni (spesso raccogliendo più voti dei partiti), il dato più evidente è la riscossa del Partito Democratico specie al Nord dove negli ultimi anni aveva subito l'avanzata del PDL e soprattutto della Lega.
A Torino il PD prende quasi il doppio dei voti del PDL (34,5 contro 18,2), a Milano le percentuali sono quasi identiche (ed è un risultato storico) 28,6 contro 28,7 con la Lega ad “appena” il 9%, a Cagliari PD al 18% e PDL al 16%.
A Napoli invece la sommatoria dei voti di PD+IDV+SEL fa 28,5 % contro il 23,8 del PDL.

I premi di consolazione per Berlusconi & C. sono pochi, sparsi e pressochè ininfluenti: Varese, Cosenza, la provincia di Vercelli.
E' come giocare a Risiko con soltanto l'Oceania contro chi ha Europa, Americhe, Asia e Africa.

Insomma, un cappotto.
Il bello è che lui, Berlusconi, potrebbe usarlo per nascondersi mentre fa ritorno a casa sua, ad Arcore: han vinto i rossi anche lì, con quasi il 60%...percentuali bulgare.
A furia di dire: “a lupo, a lupo”, se lo sono mangiato.
Un tempo i comunisti si pappavano i bambini, adesso pure i Presidenti del Consiglio.

 

Francesco Corallo

[in foto, il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia - corriere.it]
 


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