Basilicata e petrolio: per De Filippo una "Libia domestica"
Politica Basilicata

Basilicata e petrolio: per De Filippo una "Libia domestica"

martedì 27 settembre, 2011

POTENZA, 27 SETTEMBRE 2011 – In occasione della presentazione del “Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno”, il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, esorta ad investire sul petrolio, grande risorsa lucana. [MORE]

A quanto sostiene De Filippo, il nuovo piano industriale Eni consentirebbe alla Basilicata “di offrire più di 180 mila barili di petrolio al giorno quando la Libia, fino a prima della guerra, ne produceva poco più di 200 mila”. Con veemenza ha poi espresso le preoccupazioni riguardanti la febbre di democratizzazione che sta pericolosamente invadendo anche l’Europa: “la realtà è che la peste democratica, ossia quella pandemia rivoluzionaria partita con la primavera araba, sta arrivando anche nel nostro Paese e partirà dal Sud, con rischi potenziali molto grandi. I nostri giovani, come fotografa lo Svimez, vivono una condizione di presente disagiato e futuro senza alcuna certezza che può essere un terreno fertile per la tentazione di un cambiamento, purché sia”.

Al di là del pensiero personale, condivisibile o meno, in relazione a queste tentazioni di cambiamento fotografate come incubi, la realtà descritta da De Filippo non è poi così errata. Che la soluzione sia il petrolio, questa è un’altra storia. Se è vero che, probabilmente, il petrolio non è la ricetta migliore per la creazione di posti di lavoro, è anche vero che la Basilicata, Val d’Agri in primis, “rappresenta una duplice opportunità per il Paese, nell’immediato, alleggerendo la bolletta petrolifera nazionale fino ad un probabile e rilevante 10-15%, ed in prospettiva con la capacità di fare del territorio un laboratorio nazionale attrezzato sul fronte delle emergenze e competenze energetiche, con sviluppo delle risorse rinnovabili, tradizionali e nuove”.

Questo soprattutto perché, continua De Filippo, “dai proventi dello sfruttamento delle fonti tradizionali potrebbero derivare le risorse per sviluppare le fonti energetiche alternative in una realtà regionale nella quale quello ambientale è un patrimonio di grandissimo rilievo”. Sempre che queste risorse, non vengano sprecate o disperse chissà dove. Ma anche questa è un’altra storia.
 

Filomena Maria Fittipaldi


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