Cannabis. La Regione Puglia dice sì
Salute Puglia

Cannabis. La Regione Puglia dice sì

mercoledì 22 gennaio, 2014

 BARI- Non scherziamo. L’ok per la cannabis non vuol dire che in Puglia si potrà fumare o acquistare liberamente l’erba e fumarla, tra l’altro l’uso più stupido che se ne possa fare, viste le elevate proprietà che la cannabis possiede.[MORE]

Il beneplacito è rivolto esclusivamente a finalità terapeutiche, come esplicitamente scritto nella proposta di legge, firmata da Michele Losappio, capogruppo SEL, e approvato dalla terza commissione consigliare della Regione Puglia. .
Con questa normativa, la Puglia segue l’esempio di altre Regioni italiane, come la Toscana, che da anni ormai hanno avviato la sperimentazione con derivati naturali o di sintesi dei cannabinoidi per la terapia del dolore per patologie croniche o malati terminali.
La sperimentazione, senza la quale non si sarebbe arrivati alla proposta di legge, parte nel 2010 dall’ospedale di Casarano in provincia di Lecce. La Regione consente la pratica sperimentale. I risultati sono lusinghieri, tanto che il nosocomio di Casarano diventa di attrazione nazionale. Oltre ad essere famosa come città natale di Fabrizio Miccoli, Casarano ottiene prestigio in campo sanitario e porta fino alla legge portata in commissione, composta da sette articoli, con l'obiettivo di mettere nero su bianco i paletti entro i quali muoversi.
L’ex assessore regionale al Lavoro non si ferma e raccoglie le cinque firme necessarie per dare alla proposta priorità di discussione in aula.
Si tratta di un buon esempio di come dovrebbero muoversi in sinergia Regione e Comuni, perché oltre Losappio a Bari, nel Salento il sindaco di Racale si batte al fianco dei malati e lancia la proposta di produrre in Puglia il Bedrocan, farmaco a base di cannabinoidi. Il sindaco, insieme al “Cannabis social club d’Italia per la coltivazione a scopo curativo, fa un ragionamento molto semplice ma lineare.
La Puglia, come le altre regioni in cui le cure palliative sono consentite, ha nel proprio sistema regionale sanitario il Bedrocan, che acquista dall’Olanda a costi non certo economici. Perché- si chiede il sindaco- non coltiviamo la cannabis in loco e con la stessa produciamo il Bedrocan e venderlo alla Regione? Si abbatterebbero i costi e il ricavato andrebbe investito per realizzare un centro riabilitativo e di ricerca. La Regione Puglia pare favorevole.

Il primo cittadino sostiene la battaglia di Lucia Spiri, 32 che soffre di sclerosi multipla da quando ne aveva 18. La donna usa un farmaco a base di cannabinoidi per lenire gli spasmi che la terribile malattia le procura. Lucia Spiri era costretta sulla sedia a rotelle, ma grazie alla cannabis riesce a camminare e questa forza le ha permesso di fondare il “Cannabis social club”. Certo, non potrà correre la maratona, ma almeno non ha dolori lancinanti e spasmi continui. Per un malato, cronico o terminale che sia, non è affatto cosa di poco conto.
Lucia, insieme al marito e ad una latro ammalato di SLA di origini foggiane, oltre al social club, hanno acquistato dei terreni sui quali intendono coltivare la cannabis. Il sindaco ha assicurato loro il suo appoggio.
In Regione intanto anche il presidente Vendola si dice favorevole, non tanto sulla legalizzazione, quanto sul dato reale che sono i benefici che soprattutto i giovani ammalati ne hanno tratto con la sperimentazione. E sono molti da tutta Italia che scendono in Salento per migliorare la loro condizione.
Oltre allo splendore del paesaggio, la Puglia potrebbe diventare un polo di eccellenza per i malati di SLA, i quali erano e sono costretti ai viaggi della speranza per elemosinare qualcosa che spetterebbe loro di diritto, ovvero non soffrire pene tremende che la SLA comporta. Sarebbe anche una bella vittoria per la sanità pugliese, che negli ultimi anni si è vista decimare il numero dei posto letto.

Giovanni Dimita


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