Da 30 anni dipinge per strada: Gianni, il pittore di Via Indipendenza
Cultura e Spettacolo Emilia Romagna

Da 30 anni dipinge per strada: Gianni, il pittore di Via Indipendenza

domenica 20 gennaio, 2013

BOLOGNA, 20 GENNAIO 2013 – La storia di chi della pittura ha fatto uno stile di vita da condividere con la strada, di chi i colori, i paesaggi, li sente nascere e vivere nell'anima. La storia di Gianni, un pittore che «da ben 30 anni» dipinge per strada, come lui stesso racconta. Lo trovo lì, seduto in un angolo di Via Indipendenza, con le sue tele ed i suoi paesaggi naturali nel bel mezzo di una grigia città.[MORE]

«Dipingo ciò che non c'è, ciò che la città non permette di vivere.» Guarda il cielo mentre parla e alla mia domanda se il tutto fosse immaginazione, lui mi frena «No, assolutamente. Sono ricordi, è ciò che ho vissuto, che ho sentito. Ho viaggiato per il mondo, ho viaggiato molto. L'artista è mosso da ricordi, emozioni, sensazioni.» D'un tratto si fa triste e guarda nuovamente in alto quasi a trovare una soluzione, no...quasi a cercare ciò che non c'è. «Talvolta ho le lacrime agli occhi. Mi chiede perché? Per ciò che viene distrutto, devastato. Pensi, vedevo volare degli uccelli simili a delle cornacchie per poi scoprire che erano dei predatori. Uccidevano piccioni ma non solo. Uccidevano persino i passerotti, uccelli di piccole dimensioni. Volevano smantellare i piccioni, ma hanno distrutto tutto. Uccidevano ciò che restava in una città della natura. La pensata è stata del comune e lì mi son chiesto: che neuroni avrà l'uomo? Chi ha avuto la geniale idea di far smantellare via quel po' di natura viva rimasta nel bel mezzo di una città?»

Le tele intorno a lui mostrano un mare in tempesta, onde scagliarsi contro gli scogli, un campo di papaveri? Natura. E' ciò che ha visto, è ciò che non c'è. Di tanto in tanto qualcuno si ferma a guardare e passa avanti, qualche altro invece si sofferma attentamente sul dipinto. Mentre mette a posto i suoi attrezzi da lavoro mi parla di coscienze dell'uomo ricollegandosi a chi ha deciso di usare gli uccelli predatori come armi da scagliare contro gli altri volatili: «Mi dice che è impossibile capire la natura umana?No, la coscienza dell'uomo è facile da capire, è una cosa semplice.» Mi parla di arte «Sa cosa è difficile da comprendere invece?qualcosa che sta più in alto: l'arte. L'arte è un'essenza che tende all'infinito e non puoi capirla fino in fondo. Sa di cosa c'è bisogno? Bisogna liberarsi dalla mania della perfezione. Bisogna sperimentarsi e gradualmente raggiungere la vera arte, la propria arte. Ma mai ambire alla perfezione.»

Mi parla di amore, nei suoi quadri c'è anche quello, ma sarà più un amore del ricordo, un amore verso la natura. «Si, amo molto la natura. Ma si ricordi, l'amore è soggettivo, bisogna tenerselo stretto. Così come le idee.»
«Mi chiede una foto? Lascia che la gente immagini.» Mi dice quasi sorridendo.
Lo lascio lì, al suo angolo, ai suoi ricordi, ai suoi paesaggi che sfidano i palazzi di Via Indipendenza.

(Immagine da facebook.com.Bologna)

Rossella Assanti


Autore
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