Decodificato il paesaggio alle spalle della “Gioconda”
Cultura e Spettacolo Campania

Decodificato il paesaggio alle spalle della “Gioconda”

lunedì 26 novembre, 2012

NAPOLI, 26 NOVEMBRE 2012 - Il dipinto raffigurante il volto di donna più discusso della storia della pittura non smette di far parlare di se.

Questa volta però, non è sulla “Monna Lisa” che si avviluppa il mistero, ma sul panorama che si erge alle sue spalle.

Secondo le ricerche effettuate dalle due “cacciatrici di paesaggi”, la geomorfologica dell'Università di Urbino, Olivia Nesci, e la pittrice-fotografa Rosetta Borchia, lo scorcio alle spalle della donna dipinta da Leonardo Da Vinci, non rappresenta, come si ipotizzò in passato, il Valdarno, e nemmeno un paesaggio immaginario, ma bensì, il Montefeltro, lo storico Ducato di Urbino visto dai promontori della Valmarecchia, un territorio che, ad oggi, si espande tra le Marche, l’ Emilia Romagna e una parte della Toscana.[MORE]

Per avvalorare tale tesi, il Centro di ricerca di Archeologia medievale dell'Università di Urbino ha effettuato anche delle perizie tecniche, come le analisi geologiche, geomorfologiche e geografiche.

Dagli studi di decodificazione del paesaggio è emerso che, per rappresentare lo scorcio verdeggiante e roccioso davanti al quale si stanzia la “Monna Lisa”, Leonardo Da Vinci, usò una tecnica chiamata “compressione”, ossia un metodo di rappresentazione prospettica in grado di racchiudere un’area piuttosto vasta in una tavola di appena 77 cm per 53; tecnica tra l’altro, già utilizzata, in maniera meno complessa, da Piero della Francesca nel “Dittico dei Duchi di Urbino”.

Le due ricercatrici, per ufficializzare la loro ricerca si sono avvalse di preziose informazioni storiche, secondo le quali Leonardo, conosceva fin troppo dettagliatamente il territorio del Montefeltro, sia grazie alla sua carica di soprintendente generale alle fortificazioni del paesaggio, al seguito di Cesare Borgia nel 1502, sia grazie al viaggio compiuto da Roma a Bologna, in compagnia di Giuliano de' Medici e Papa Leone X, nel 1516.

Il frutto delle ricerche effettuate dalle due “cacciatrici di paesaggi” e dal Centro di ricerca Archeologica di Urbino, è stato raccolto in un libro edito da Electa Mondadori, intitolato “Codice P”, che sarà presentato ufficialmente nel mese di dicembre.

Marcella Cerciello [ www.cinemarcy.blogspot.com ]
 


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