Energie rinnovabili: polemica tra Regione Puglia e Legambiente
Politica Puglia

Energie rinnovabili: polemica tra Regione Puglia e Legambiente

sabato 12 aprile, 2014

BARI, 12 APRILE 2014 - Ennesima polemica tra Regione Puglia e Legambiente. Questa volta l’oggetto del contendere riguarda una delibera con cui la Giunta regionale, in attesa dell’approvazione del Piano Energetico Nazionale e del raggiungimento degli obiettivi europei per il 2020 sulla quota complessiva di energia da fonti rinnovabili, dà il via ad un progetto di revisione nelle autorizzazioni per l'installazione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nello specifico, il provvedimento riguarda l’interazione con il Ministero dello Sviluppo economico al fine di evidenziare le criticità che contraddistinguono lo sviluppo delle energie rinnovabili in Puglia e richiedere un intervento immediato che consenta alla Regione di poter indirizzare la produzione energetica regionale verso una combinazione equilibrata tra fonti rinnovabili e tipologie di impianti. [MORE]

Con il medesimo provvedimento, inoltre, la Regione fissa dei criteri restrittivi a cui le Province si devono attenere per dare immediata attuazione alle direttive regionali in materia di valutazione di impatti cumulativi, pena la revoca della delega delle loro funzioni.

«Con questa delibera – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Caponemettiamo un punto fermo alla superficialità di alcuni e agli abusi di altri. L’attenta ricognizione del fenomeno ci consente di confermare quali sono secondo noi le direttrici di sviluppo: il risparmio energetico attraverso l’efficientamento degli edifici, l’abbattimento delle emissioni e dei consumi energetici nelle imprese, l’integrazione delle FER nel patrimonio immobiliare attraverso la generazione distribuita e lo sviluppo dei sistemi di distribuzione intelligenti. Per assicurare tali obiettivi però è necessario superare l’attuale stato di saturazione virtuale della rete elettrica determinato dai numerosissimi preventivi di connessione rilasciati dai gestori di rete in favore dei grandi impianti eolici e fotovoltaici».

Per gli ambientalisti, invece, pur sostenendo le politiche energetiche regionali, questo provvedimento rappresenta un ulteriore blocco dello sviluppo delle aziende con conseguente aggravio della crisi economica e occupazionale che sta interessando interi settori produttivi.

«In una situazione di crisi economica e climatica come quella attuale – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – pensare che una Regione come la Puglia dica "stop a eolico e fotovoltaico" appare quanto mai fuori luogo Sembra quasi che sino ad oggi vi siano stati solo effetti negativi senza tener conto di ambiente, lavoro e opportunità per famiglie e imprese create da un modello energetico distribuito. Se è vero che vi sono stati errori, anche da parte della Regione nella gestione dei processi autorizzativi, non è il momento di mettere tetti allo sviluppo delle fonti rinnovabili ma di ripensare le procedure. Legambiente valuta positivamente l'introduzione di una valutazione degli impatti cumulativi per i progetti, perché può contribuire a risolvere i problemi dei tanti progetti rimasti fermi negli uffici e di evitare di realizzare impianti in posti e di dimensioni sbagliate. Ma ci aspettiamo dalla Regione che ora si cambi quella che il Presidente Vendola ama chiamare la "narrazione" del futuro, perché le rinnovabili sono una speranza e una opportunità concreta di cambiamento, in Puglia come per il pianeta e un’alternativa sempre più competitiva ai combustibili fossili nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici».

Affermazioni non gradite dall’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, il quale ha risposto citando il drammaturgo inglese Harold Pinter, secondo cui spesso le parole vengono sventolate come bandiere per tenere a distanza il pensiero e con esso la verità.

«Il Governo regionale non ha detto stop alle FER – precisa Nicastro – ma ha solo richiamato gli enti locali, delegati nel 2007 ad autorizzare gli impianti minori, ad una maggiore consapevolezza degli impatti sul territorio degli impianti. La Puglia ha dato tanto e, soprattutto, ha vissuto una stagione in cui la mancanza di regole nazionali nel settore, unita alla corsa agli incentivi statali, ha determinato un tentativo, spesse volte andato a segno, di aggressione al territorio. Il tema è tutto qui: si fa finta di ignorare che sono decine di migliaia i megawatt, per eolico e fotovoltaico, in attesa di autorizzazione. Senza un richiamo al rigore si rischierebbe di ricoprire la regione di pannelli solari e pale eoliche. Le libere interpretazioni, anche quelle d'accatto, dovrebbero quanto meno partire da qui».

(foto: http://www.greenstyle.it)

Massimo Alligri


Autore
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