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Il Pd scarica Marino: ipotesi mozione di sfiducia. Lasciano vicesindaco e due assessori

Tiziano Rugi
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Il Pd scarica Marino: ipotesi mozione di sfiducia. Lasciano vicesindaco e due assessori
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ROMA, 8 OTTOBRE 2015 - È arrivato anche l’ultimatum di Partito democratico e Sinistra ecologia e libertà. Se il sindaco di Roma Ignazio Marino non lascerà il suo incarico dovrà affrontare la sfiducia in Campidoglio. Intanto il pressing per spingerlo alle dimissione volontarie si fa sempre più insistente. Lasciano il vice sindaco Marco Causi, l’assessore ai trasporti Stefano Esposito e l’assessore al Turismo Luigina Liegro. Cioè i nuovi membri della giunta entrati nell’ultimo rimpasto che avrebbe dovuto inaugurare la ‘fase 2’ dell’amministrazione Marino. 

Un altro segnale che il sindaco, dopo la polemica sulle spese istituzionali con la carta di credito del Comune e l'apertura di un fascicolo in procura, è stato ormai scaricato da Renzi e il suo partito. Marino però resiste e dopo l’annuncio dei tre assessori che hanno sottolineato come non ci sono le condizioni per andare avanti, durante la riunione avrebbe manifestato l’intnzione di andare avanti. Per questo il Pd starebbe studiando una exit strategy per la vicenda: si pensa alle dimissioni in massa degli assessori dem o una mozione di sfiducia in Aula. [MORE]

E in Campidoglio in queste ore decisive si vive una situazione di stallo. La giunta è stata sospesa, mentre gli assessori hanno lasciato Palazzo Senatorio per incontrare il commissario Pd Roma Matteo Orfini, tra i cori di contestazione delle opposizioni in piazza, da M5S a Ncd e destra di Casapound. Ma sono arrivati anche alcuni cittadini a sostegno del primo cittadino, che indossano t-shirt con la scritta 'Marino resisti' e 'Io sto con Marino'. Difficilmente verranno ascoltati: fonti del Pd in Campidoglio confermano che è ormai imminente la fine dell'esperienza di Ignazio Marino come sindaco di Roma: "È finita. Si va a casa". 

Se i democratici, come sembra alla luce della resistenza del sindaco a dare le dimissioni nonostante il pressing dei partiti di maggioranza, sceglieranno la strada della mozione di sfiducia, si procederà allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario da parte del presidente della Repubblica su proposta del ministero dell’Interno in vista delle elezioni anticipate. Nel corso una telefonata questa notte del premier e segretario del Pd Matteo Renzi con il commissario del partito romano e presidente dei democratici Matteo Orfini, il presidente del Consiglio avrebbe infatti deciso di staccare la spina alla giunta, perché ai suoi occhi i danni sarebbero superiori alle incognite.

Tiziano Rugi

Foto: Ansa.it


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Scritto da Tiziano Rugi

Giornalista di InfoOggi

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