Il talento del calabrese Mirko Dimartino
Cultura e Spettacolo Calabria

Il talento del calabrese Mirko Dimartino

domenica 4 marzo, 2018

CATANZARO, 4 marzo 2018 - Antonio Mirko Dimartino è un giovane e brillante giornalista, professore ed event manager catanzarese di origini pugliesi, residente da diversi anni in Calabria. [MORE]

Anche se si è laureato in Scienze dell’Amministrazione, non ha mai abbandonato la passione per la poesia, vincendo diversi concorsi letterari e presenziando come membro di giuria in prestigiosi premi come il Jack Kerouac, nonché quelli di Amelia Rosselli e di Sylvia Plath. Dimartino ha trionfato nell’ultima edizione del Premio Alda Merini di Catanzaro, riprendendo una meravigliosa carriera trascorsa in concorsi come il Premio Pablo Neruda di Roma, il Premio John Keats di Morano Calabro, il Premio Area dello Stretto di Reggio Calabria, il Premio Tropea Onde Mediterranee, la Scuola di liberalismo e tanti altri. Abbiamo intervistato il giovane e poliedrico talento per Info Oggi.


Quando ha avuto inizio questa tua passione per la poesia?
Ho sempre ritenuto che la poesia rappresentasse un insperato amore per la vita. I versi sono per me la soluzione al duro contrasto tra materia e spirito, la possibilità di comprendere che chi teme ciò che non si può evitare non può assolutamente vivere con serenità. Tutto questo l’ho compreso leggendo i componimenti di Pablo Neruda, di John Keats, di Arthur Rimbaud e della mia amata Alda Merini.


Cosa potrebbe trasmettere la poesia e perché è utile all’uomo?
Una bella domanda, che merita una profonda riflessione. La poesia è utile all’uomo proprio perché può rappresentare l’essere umano. Sembra un gioco di parole, ma è così. I versi di una lirica sono il privilegio unico che sta all’origine di grandi successi. I grandi poeti del passato ci hanno insegnato a vivere il dialogo interiore, lo sforzo, l’incoraggiamento, il dolore e l’amore. Spesso il poeta sembra irragionevole e così completamente esagerato da rasentare quasi la pazzia, come nei versi dell’immenso Rimbaud, ma aiuta a conoscere il reale. Vive e trasmette esperienze che molto spesso non abbiamo vissuto, che resteranno per sempre a disposizione del mondo.


Com’è stata la tua recente esperienza di vincitore assoluto del Premio Merini di Catanzaro?
L’Accademia dei Bronzi, il suo presidente Vincenzo Ursini e la giuria tutta mi hanno regalato un sogno e per questo non posso che ringraziarli con tutto il mio cuore. “Neoplasie evidenti”, la lirica vincitrice, dà spazio a un’idea che porto con me da molto tempo, ovvero la nascita di una “poesia critica”, una poesia di impegno sociale, in questo caso espressione del desiderio di maggior giustizia. Neoplasie evidenti difende gli operai dell’Ilva di Taranto, le loro mogli e soprattutto i loro figli. É una lirica molto dura che si scaglia contro lo sfruttamento economico delle categorie sociali più deboli. Attraverso i miei versi, infatti, mi sono affiancato a quell’opera di sensibilizzazione che da anni portano avanti quelli che definirei gli “angeli di Taranto”.


Quali progetti hai per il futuro e come intendi procedere con la strada della poesia?
Credo che ci sia una grande necessità di fare informazione critica. É possibile farlo attraverso il giornalismo, ma non solo. Al Premio Merini, infatti, è nata la “poesia critica”, una poesia ironica, disincantata e puntigliosa. Vorrei orientarmi nell’invisibile sentiero di un passaggio continuo dal dolore all’amore e viceversa. Grazie al premio da poco ricevuto, sarà realizzato un mio libro dalle Edizioni Ursini, che a questo mirerà. Vorrei provare a eliminare sentimenti come l’intolleranza, tradurre in versi questioni etiche, religiose, giuridiche, e dimostrare la fallibilità di ogni giudizio umano, oppure l’idea che la verità certa e assoluta non sia di questo mondo.


Autore
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