L'addio di Banksy a New York "Salvate la street art"
Cultura e Spettacolo Sardegna

L'addio di Banksy a New York "Salvate la street art"

domenica 3 novembre, 2013

New York, 3 Novembre 2013- “Better in than out”, la mostra open air nella Grande Mela firmata Banksy si è conclusa con un appello per salvare 5Pointz, la mecca dei graffitari del Queens, che sarà demolita per far posto a grattacieli di lusso.

Sono stati 31 giorni intensi e senza riposo quelli del writer di Bristol a New York, che aveva promesso di realizzare un’opera al giorno durante il mese di ottobre, osservando un unico stop, mercoledì 23, per problemi con la polizia. Il sindaco Michael Bloomberg infatti aveva dato l’ordine di arrestarlo per vandalismo, rendendo più avventurosa e se vogliamo mediatica, la resistenza del graffitaro, il quale nella notte di Halloween è ripartito, lasciandosi alle spalle un’ultima installazione: sei lettere grigie come palloncini gonfiabili, con il suo nome, Banksy, per dare una mano ad altri artisti come lui, ma meno famosi.[MORE]

Lo street artist più celebre e ricco del mondo ha concluso così il mese di soggiorno a New York , lasciando il suo “autografo” sul muro di un edificio sito sulla Long Island Expressway, lungo la strada che conduce all’aeroporto Kennedy, a meno di quattro chilometri dal luogo minacciato dalle ruspe.

L’artista dal volto sconosciuto, come di consueto, ha pubblicato le foto dell’opera sul suo sito e ha lanciato l’appello: “Grazie per la vostra pazienza, è stato divertente. Salvate 5Pointz. Ciao”.
5Pointz è un ex complesso industriale situato a Long Iland City e prende il nome dai 5 distretti amministrativi della città. Dal 1993 è uno dei luoghi dove artisti provenienti da tutto il mondo possono realizzare graffiti legalmente. Nel 2011 il proprietario ha annunciato di volerlo chiudere entro la fine di quest’anno per costruire due grattacieli di lusso, scatenando l’opposizione degli artisti della zona, che stanno cercando di ottenere dal governo di New York un’area di interesse artistico e culturale, per dare libero sfogo alla loro creatività.

Durante il progetto Better In than Out, l’artista britannico, ha abbellito muri e serrande dei 5 distretti della metropoli, ha caricato un camion di pelouche per sensibilizzare contro il macello degli animali, ha venduto riproduzioni delle sue opere in un mercatino a Central Park ad un prezzo irrisorio di 60 dollari, mentre ne valevano migliaia, all’insaputa degli acquirenti. E’ riuscito ad agire indisturbato, senza essere mai preso dalla polizia o immortalato da un fotografo. Ha poi fotografato e postato il suo lavoro quotidiano sul suo sito, corredandolo di audio e video.

A conclusione di tale progetto la voce narrante sul sito di Banksy ha riferito: “Banksy sostiene che fuori è dove dovrebbe vivere l’arte. Sono gli ultimi mille anni di storia dell’arte ad essere un breve periodo privo di significato, quando l’arte è entrata a servizio di chiese ed istituzioni. Il mondo in cui viviamo è fatto, almeno visivamente, di segnali stradali, cartelloni pubblicitari. Non vogliamo vivere in un mondo fatto d’arte e non solo decorato da arte?”.
L’arte autentica, secondo il writer, è quella che vive al di fuori di musei e gallerie, ed è libera, in quanto svincolata dai dettami della religione e delle istituzioni.

(immagina tratta da: www.repubblica.it)

Silvia Giordano


Autore
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