La "Buona scuola bis" è legge: Unione degli Studenti pronta a scendere in piazza
Politica Lazio

La "Buona scuola bis" è legge: Unione degli Studenti pronta a scendere in piazza

venerdì 7 aprile, 2017

ROMA, 7 aprile – "Una notevole iniezione di qualità nella nostra scuola", sono state le parole del premier Paolo Gentiloni sulla Buona scuola bis, da oggi legge, esprimendo la sua soddisfazione in conferenza stampa. Il premier ha inoltre aggiunto che "il governo può rivendicare di aver completato nei tempi prefissati il lavoro sulla Buona scuola avviato due anni fa".[MORE]

Il Consiglio dei ministri ha approvato gli ultimi cambiamenti al sistema scolastico italiano, dopo la prima discussione avvenuta a gennaio e i successivi pareri delle commissioni di Camera e Senato e della Conferenza Stato-Regioni. La Legge 107 è stata così arricchita degli otto decreti del governo e si presta ad intraprendere l'iter per la promulgazione: passaggio alle Finanze, firma del Presidente della Repubblica e iscrizione nel Gazzettino ufficiale.

 

Contenuti Tra i temi oggetto della riforma si leggono esami, assunzioni, infanzia, disabilità, oltre a 30 milioni (invece di 10) sul diritto allo studio per le borse degli iscritti agli ultimi due anni delle superiori. Quindi, voucher per libri di testo e mobilità. 50 euro l’anno sarà il contributo che studenti di quarta e quinta superiore dovranno versare annualmente, le prime e le seconde restano esonerate mentre i contributi continuano a gravare sulle terze.

Ancora la Carta dello studente viene estesa ad Accademie e conservatori, mentre viene promossa la promozione della cultura umanistica e le scuole italiane all'estero Revisionati dal 2018 i percorsi delle scuole professionali: nascono biennio e triennio unico superando il "due bienni più uno"; gli indirizzi passano da 6 a 11, rafforzate le attività di laboratorio. Per il 2017-2018 sono certe ventimila assunzioni di docenti: il Miur ne chiede altre ventimila, il Mef ne concederà metà.

Altri cambiamenti riguarderanno la valutazione, le prove scritte scendono da tre a due. Il credito massimo sale da 25 a 40, mentre il voto possibile all'esame di maturità rimane 100: venti per la prima prova (erano 15), venti per la seconda (erano 15) e venti per l'orale (erano 30), più un bonus da 1 a 5 punti a disposizione della commissione. Per accedere all'esame resta necessario il "6" in tutte le materie, anche se un "5" può essere trasformato in sufficienza. In tal caso saranno ridotti i crediti formativi accumulati nel triennio. Per accedere all'esame di Stato servirà aver svolto l'alternanza scuola-lavoro e soprattutto il test Invalsi (italiano, matematica e inglese) in un altro momento dell’anno.


Soddisfatta anche la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, che ha affermato: "L'ampio confronto è servito a migliorare i testi, che qualificano ulteriormente il sistema di istruzione nel nostro Paese. Adesso siamo in condizioni di costruire il Testo unico per la scuola, che è altrettanto necessario". Quest’ultimo era incluso nell'unica delega non approvata a gennaio e che sarà oggetto di un disegno di legge.

 

La protesta Dello stesso avviso del governo non è l'Unione degli Studenti, che annunciando che scenderanno in piazza il 9 maggio, ha manifestato il suo dissenso tramite la coordinatrice nazionale Francesca Picci: "Il governo non ascolta gli allievi, approvando testi scritti frettolosamente e che non rispondono alle reali necessità della scuola. Ci chiediamo se questo non avvenga per paura degli studenti". Dalla parte degli studenti si schiera anche la Cgil, con il segretario confederale Giuseppe Massafra che giudica "insufficiente" il percorso di confronto prima del via libera ai decreti: "È stata impedita l'introduzione di numerose proposte migliorative, avanzate dalle organizzazioni sindacali".

Maria Azzarello

 

credit: governo.it


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