La Chiesa e lo sport: Papa Francesco incontra Fiorentina  e Napoli
Chiesa e Società Friuli Venezia Giulia

La Chiesa e lo sport: Papa Francesco incontra Fiorentina e Napoli

sabato 3 maggio, 2014

VATICANO, 3 MAGGIO 2014- «Il calcio è un fatto sociale e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali».

Questa una delle prime esortazioni che Papa Francesco ha rivolto ieri in occasione del suo incontro con i calciatori di Napoli e Fiorentina, oggi antagoniste nella finale di Coppa Italia, e i Dirigenti della Federazione Calcio e della Lega Serie A.

Il calcio è sicuramente lo sport più amato dagli italiani. Milioni i tifosi e migliaia i ragazzi che sognano di diventare famosi calciatori. La maglia azzurra ha sempre creato uno spirito patriottico forte, una vicinanza empatica di tutto il Paese.

Per questo è importante il calcio, lo sport, anche come fattore sociale.Il Santo Padre, ricordando i suo recarsi da giovane allo stadio con la famiglia, invita a recuperare la visione dello sport come momento di festa e a non lasciare annientare dal fattore economico la dignità del fenomeno.[MORE]

Già il Concilio Vaticano II lo ha posto "tra i mezzi che appartengono al patrimonio comune degli uomini e che sono adatti al perfezionamento morale ed alla formazione umana".

Benedetto XVI nel 2012, incontrando Una delegazione del Coni e atleti vincitori ai Giochi Olimpici e Paralimpici che si svolsero a Londra, disse: «Lo è un bene educativo e culturale, capace di rivelare l'uomo a se stesso ed avvicinarlo a comprendere il valore profondo della sua vita».

«Lo sport possiede un notevole potenziale educativo soprattutto in ambito giovanile e, per questo, occupa grande rilievo non solo nell'impiego del tempo libero, ma anche nella formazione della persona», aveva già sottolineato ne suo Messaggio il Pontefice emerito nel 2009, in occasione del Seminario di studi su "Sport, educazione, fede: per una nuova stagione del movimento sportivo cattolico" tenutosi a Roma.

Ancora, Giovanni Paolo II affermò nel suo Discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale "Nel tempo del Giubileo: il volto e l’anima dello sport": «Le potenzialità del fenomeno sportivo lo rendono strumento significativo per lo sviluppo globale della persona e fattore quanto mai utile per la costruzione di una società più a misura d'uomo. Il senso di fratellanza, la magnanimità, l'onestà e il rispetto del corpo - virtù indubbiamente indispensabili ad ogni buon atleta - contribuiscono all'edificazione di una società civile dove all'antagonismo si sostituisca l'agonismo, dove allo scontro si preferisca l'incontro ed alla contrapposizione astiosa il confronto leale. Così inteso, lo sport non è un fine, ma un mezzo; può divenire veicolo di civiltà e di genuino svago, stimolando la persona a porre in campo il meglio di sé e a rifuggire da ciò che può essere di pericolo o di grave danno a se stessi o agli altri».

Una Chiesa quindi che appoggia l'attività fisica, mirata al miglioramento dell'uomo e nel rispetto della sua dignità, per una perfetta armonia tra corpo, anima e spirito.

Valeria Nisticò

Fonte Foto: www.tuttitemi.altervista.org


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