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La soppressione delle province

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La soppressione delle province
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Riceviamo e pubblichiamo
ROMA, 22 MARZO 2015 - Le province per fortuna degli Italiani, saranno finalmente e definitivamente eliminate e di conseguenza si comincia già a parlare pur se solo vagamente, che ne sarà dei loro territori cioè delle amministrazioni comunali pertinenti e, per esempio, a quale regione accorparli. Da noi in verità si parla solo delle province di FR e di LT e non della parte meridionale della provincia di Roma e cioè di Colleferro, Segni, Olevano, Subiaco, Paliano, ecc. e delle località dei Monti Simbruini e Ruffi che pure fanno parte della Ciociaria Storica.

Il che lascia già mal presagire: non individuare geograficamente e storicamente il territorio del quale le tre province sono tre componenti, è da ritenere grave malformazione logica, riprova evidente, ancora oggi, della ignoranza e mi sconoscenza di quanto si sta affrontando. Discettare dunque sulle regioni macroeconomiche e macrogeografiche alle quali aggregare le province di FR e LT che correttamente si vogliono tenere assieme e indivisibili ma allo stesso tempo ignorando quella di Roma, è riprova evidente di quanto poca coscienza e consapevolezza si ha della situazione reale.  

Una regione per secoli sempre unitaria e uniforme, sia in epoca italica e sia ancora di più in epoca romana poi divisa tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli, il cui nuovo confine era segnato dal fiume Liri e suo prolungamento ideale fino a Itri e Terracina: ma folkloricamente e socialmente unita e compatta, pur se politicamente come detto in parte napoletana (Alta Terra di Lavoro) e in gran parte papale, fino al 1860/70. In epoca mussoliniana questo territorio coeso e omogeneo venne spezzettato in tre entità amministrative, le attuali province di LT FR e RM, dopo aver correttamente inglobato il suddescritto territorio borbonico tra i fiumi Liri e Garigliano (Alta Terra di Lavoro) alla neo costituita provincia di FR: e, come terza provincia, la parte meridionale della provincia di Roma la quale si attribuì tutta la fascia dei Monti Simbruini e Ruffi (Anticoli C., Saracinesco, ecc.) fino a Subiaco, Paliano, Olevano, S.Vito, Colleferro, Segni, ecc. gioielli di ciociarità. [MORE]

La riorganizzazione amministrativa mussoliniana di ottanta anni fa ha rappresentato dunque per il territorio di cui stiamo parlando una gravissima frantumazione e disgregazione che la incoscienza e insensibilità miste a mero campanilismo, delle tre istituzioni relative, le Province di FR LT e RM, da allora fino ad oggi, hanno vieppiù aggravato e scavato fino ad ottenere che le comuni radici e la comune eredità costituitesi e sedimentatesi durante più di venti secoli di unione e vita comune, venissero completamente ignorate e neglette. Per fortuna la Storia non dimentica e non cancella.

Una frantumazione in verità doppiamente perversa in quanto non solamente divise e separò in tre parti un territorio omogeneo e armonico quanto ne fece tre entità amministrative autonome e indipendenti l’una dall’altra che in pochi decenni hanno conseguito il risultato funesto di quasi annullare e far dimenticare una comunanza invece plurisecolare.

Con la soppressione delle Province si presenta dunque sulla ribalta della Storia un sottile enigma da affrontare: riaggregare e riunificare l’antica regione fino al Garigliano o accettare e confermare in toto o in parte, la presente frantumazione e sgretolamento. Cioè rimettere assieme le attuali province di FR e di LT e le città e territori incorporati oggi nella provincia di Roma, oppure procedere ad altre, antistoriche configurazioni territoriali. Crediamo che l’opera dei singoli sindaci è quella che potrà essere determinante poiché il loro ruolo nella nuova situazione ne esce enormemente accresciuto e rafforzato. Nel caso felice in cui si avrà cura di attenersi e perciò di ricostituire l’antica plurimillenaria regione, la Storia mette già a disposizione la denominazione felice e sola pertinente per circoscrivere tutto il territorio a Sud dei Castelli iniziando dai Simbruini con confine meridionale il fiume Garigliano, orientale gli Appennini, occidentale il Tirreno cioè: Ciociaria.

Qualcuno osserverà: ma la Ciociaria non è una entità amministrativa o geografica o politica o ecc.: è vero: in effetti essa è qualcosa di più, di molto di più: essa è un concetto certamente folklorico e storico ma, in aggiunta, anche spirituale e sentimentale, il solo storicamente noto e conosciuto e in tutto questo antico territorio oggi diviso tra LT FR e RM le uguaglianze e le uniformità e perciò i vincoli sono veramente diffusi e comuni, visibili, senza artifici politici o geografici o religiosi, a dispetto degli ottantanni bui trascorsi. Ciociaria dunque è la sola denominazione idonea a far rivivere la comune eredità ovunque presente e diffusa ma soprattutto a identificare e a connotare la regione finalmente riunificata.

Notizia senalata da: (Michele Santulli)


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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