Legge Piemonte, bocciate tutte le proposte “antiproibizioniste”
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Legge Piemonte, bocciate tutte le proposte “antiproibizioniste”

martedì 20 novembre, 2018

Legge Piemonte, bocciate tutte le proposte “antiproibizioniste” - i “nuovi” luoghi sensibili sfrattano le slot - rossi (astro): “scenario drammatico, chiederemo un confronto alla regione”
TORINO 20 NOVEMBRE - Tutti bocciati gli emendamenti alla legge regionale sui giochi, a firma Tronzano e Cassiani, che intervenivano in particolar modo sul distanziometro e sugli orari di funzionamento delle slot. Questo, riporta Agipronews, è il bilancio della seduta del Consiglio Regionale, che sta approvando la legge Omnibus sull’ordinamento regionale. Resta quindi l’obbligo di rispettare il distanziometro anche per gli esercizi che ospitavano le slot prima dell’entrata in vigore della legge. Resta la distanza di 300 metri per i comuni con meno di 5000 abitanti (veniva proposta la riduzione a 200 metri). Intatto anche l’elenco dei luoghi sensibili, senza lo snellimento proposto da Cassiani. Tra gli emendamenti bocciati, anche quello di Tronzano, contro l’orario frazionato di funzionamento delle slot e l’altro, sempre a firma Tronzano, che introduceva un tavolo di confronto tra operatori e Asl.

La giunta certifica: i “nuovi” luoghi sensibili sfrattano le slot - 
La norma è passata in un attimo, senza dibattito. Nell’ambito della discussione sulla legge di riordino dell’ordinamento regionale, il Consiglio Regionale ha approvato un emendamento che modifica la legge antiludopatia (la n. 9 del 2 maggio 2016), definendo gli obblighi degli imprenditori del settore sulla delicata questione degli “adeguamenti successivi”. In sintesi, riporta Agipronews, il provvedimento, presentato dalla maggioranza di centro sinistra e già approvato in Commissione Bilancio, stabilisce che esercenti e titolari di sale che ospitano slot e videolottery siano obbligati a chiudere o trasferirsi in un lasso di tempo prefissato, nel caso in cui nei loro pressi sorgano nuovi luoghi sensibili (tra i quali chiese e scuole, ma anche bancomat e compro oro) entro i limiti del distanziometro fissato dalla legge. I titolari di esercizi pubblici (bar e tabacchi) si devono adeguare entro quattro anni “dal verificarsi di tale situazione”, mentre le sale da gioco e sale scommesse hanno otto anni di tempo.

Va ricordato che in Piemonte, dal 20 novembre 2017, tutti gli esercizi pubblici non in regola con il distanziometro sono stati costretti a disinstallare le slot dal locale. E che, sempre a termini di legge, i titolari di sale da gioco e sale scommesse saranno costretti a fare lo stesso nel maggio del 2019. Ora, questo emendamento fa sì che anche le imprese trasferite in “zona lecita”, debbano chiudere i battenti o traslocare di nuovo, nel caso nuovi luoghi sensibili trasformino la zona da permessa a proibita.

Rossi (Astro): “scenario drammatico, chiederemo un confronto alla regione”
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«A questo punto si aprono scenari drammatici. Abbiamo resistito fino a ora, ma non vediamo più prospettive, se non chiedere un confronto con la Regione». È la reazione di Luciano Rossi, consigliere della regione Piemonte di Astro, dopo la seduta odierna del Consiglio Regionale piemontese, nel corso della quale sono stati bocciati tutti gli emendamenti antiproibizionisti alla legge sul gioco patologico. Resta quindi in vigore il distanziometro anche per le attività già esistenti all'entrata in vigore della legge, restano gli orari spezzati di funzionamento delle slot, resta nutrita la serie di luoghi sensibili. «Il nostro obiettivo ora è incontrare i consiglieri regionali, confrontarci sui dati, fare un bilancio serio dopo un anno dall'entrata in vigore delle distanze, che stanno provocando danni gravissimi nel settore, licenziamenti in serie e un continuo calo di organico. Un consigliere della maggioranza durante la seduta ha detto che l'esame della legge Omnibus non era il momento adatto per discutere di questi problemi. Lo prendiamo come un invito al dibattito in altra sede». Una possibile alleanza è quella con i sindacati, che in altre regioni già si stanno muovendo al fianco dei lavoratori del settore: «Anche in Piemonte sono in mobilitazione e sono in contatto con i dipendenti. Hanno anche loro cercato un confronto con la Regione, si tratta ora di unire gli sforzi per rimediare a una situazione terribile».

Cosa prevede la legge regionale del Piemonte antiludopatia (2 maggio 2016 n. 9)

La legge della Regione Piemonte “per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico” è stata approvata il 2 maggio 2016. Disciplina l'esercizio degli apparecchi da intrattenimento (slot e Vlt). Nei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti, ricorda Agipronews, l'installazione delle macchine è vietata in locali che distano meno di trecento metri (misurati in base al percorso pedonale più breve) da una serie di “punti sensibili”. Distanza che diventa di cinquecento metri nei comuni con più di cinquemila abitanti. L'elenco dei punti sensibili è nutrito e comprende scuole, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, oratori, istituti di credito, sportelli bancomat, compro oro e stazioni ferroviarie. Non solo: ai comuni è data facoltà di individuare altri luoghi sensibili. Il testo prevede che i comuni dispongano limitazioni orarie all'esercizio di slot e Vlt nelle sale giochi e ogni altro locale in cui siano installati. Tali limiti devono avere una durata «non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto».

Un punto caldo della normativa riguarda l'adeguamento alle distanze dai punti sensibili, sia da parte degli esercenti che dei titolari di sale giochi. Il testo stabilisce che tutti coloro che gestiscono apparecchi di gioco negli esercizi pubblici o aperti al pubblico devono adeguarsi entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della legge (il termine è scaduto il 20 novembre 2017). I titolari di sale da gioco e sale scommesse hanno invece tre anni di tempo per mettersi in regola, o addirittura cinque nel caso di autorizzazioni decorrenti dal 1° gennaio 2014.

Le ricadute occupazionali – Prima che, con la scadenza del 20 novembre 2017, cominciasse lo “switch off” delle slot, gli apparecchi in esercizio in Piemonte erano circa 29 mila. La riduzione dell'offerta di gioco ha avuto conseguenze sul livello occupazionale del settore. In Piemonte, secondo l'associazione di gestori slot Astro, fino al 2017 erano in attività 6300 esercizi totalmente o prevalentemente dedicati all'offerta di gioco lecito. Di questi, 6000 esercizi generalisti (bar, tabacchi, ecc,), con circa 10 mila addetti; 300 sale dedicate, con 1500 addetti. In totale, 11 mila e 500 posti di lavoro messi a rischio dal taglio di apparecchi e punti vendita. Al quadro vanno anche aggiunte 300 imprese che si occupano di gestione e manutenzione di slot per conto dei concessionari (con quasi 3000 tra addetti, agenti e impiegati) e 10 imprese di costruzione e distribuzione delle macchine (circa 350 occupati).

Il mercato - E’ di circa 1,2 miliardi di euro la spesa dei piemontesi per il settore gioco nel corso del 2017: come risulta ad Agipronews su una elaborazione dei dati diffusi dai Monopoli di Stato, oltre la metà del totale è riferibile a slot e Vlt, con 760 milioni, dei quali circa 215 finiscono all'Erario.



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