Morano calabro - uomo e natura
Cultura e Spettacolo Calabria

Morano calabro - uomo e natura

sabato 10 aprile, 2010

Ai piedi del Pollino, Morano è uno splendido borgo di circa 4.000 abitanti. La sua conformazione orografica e le opere architettoniche lo rendono accattivante agli sguardi del visitatore che , risalendo per i ripidi vicoli, si ritrova tra archi, case incollate l’una all’altra, pietre e contrafforti, chiese e monasteri perfettamente conservati. Si sale attraverso quello che non può che rimandare ad un presepe, fatto di case semplici e antiche, verso il castello svevo-normanno.
Vedere il paese innevato regala una sensazione d’altri tempi.
Considerato uno dei borghi più belli della Calabria e d’Italia, Morano è stato recentemente inserito nella lista delle destinazioni europee definito Progetto EDEN, della commissione europea.[MORE]

Il nome di Moranum appare in una iscrizione che indicava la presenza del centro nella strada consolare via Annia-Popilia che univa Capua a Reggio.
Il significato è incerto, potrebbe indicare il gelso moro, oppure ,secondo altre teorie la parola aveva il significato di cumulo, quello che appare alla vista per la particolarità della conformazione degli edifici. Altre fonti legano il nome Murano al fatto che sia stato abitato dai Mori.

Storia

Fondato in epoca romana, in epoca altomedievale, durante le incursioni saracene del IX secolo, venne combattuta fra moranesi e saraceni una battaglia che vide vittoriosi i primi, la c. d. "battaglia di Petrafòcu". Oggi, viene annualmente ricordata come simbolo dell'indipendenza cittadina in una annuale rievocazione storica, la Festa della bandiera, oltre che iconograficamente nello stemma della città.
Nell'età medievale il borgo fu feudo di Apollonio Morano, dei Fasanella ed Antonello Fuscaldo e nel XIV secolo passò ai Sanseverino di Bisignano.
Questa nobile famiglia si sentì molto legata a Morano, lasciando numerose e preziose tracce storico-artistiche che li videro come mecenati, quali ad esempio la fondazione in segno di devozione (1452) del Monastero di San Bernardino da Siena patrono della città, e dell'ampliamento del castello (1515). A testimonianza dell'assiduo legame col borgo, Pietrantonio Sanseverino, maggior esponente della famiglia, accordò ai suoi feudi numerose concessioni grazie al celeberrimo atto Capitoli e Grazie, ratificato nella città di Morano il 1º agosto 1530[4], inoltre suo figlio Niccolò Bernardino (ricordato per gli orti botanici sanseverini di Napoli), vi nacque nel 1541 assumendo in segno di devozione familiare come secondo nome quello del santo patrono.
Nel 1614 il feudo venne quindi ceduto agli Spinelli principi di Scalea, fino al 1806, anno di eversione dal feudalesimo. Il borgo seguì successivamente le sorti del Regno delle due Sicilie e del nascente Regno d'Italia.
 

Cosa visitare
 

Castello Normanno-Svevo che domina il borgo e la valle
.Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo che sorge sulla sommità dell'abitato nei pressi del Castello, fondata intorno nell’anno mille, vi sono conservate pregevolissime opere d'arte e vanno dal XV secolo ai primi decenni dell''800. Conserva al suo interno anche due statue in marmo di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo.

Chiesa di S. Maria Maddalena che conserva la pianta originaria in croce latina: nelle navate laterali si trovano cinque cappelle per lato e sono divise in campate sormontate da piccole cupole, mentre la navata centrale ha volta a botte su cui si affacciano dieci finestre unghiate.

Il polittico di Bartolomeo Vivarini

Chiesa di San Nicola di Bari si trova nel cuore del centro storico e si mostra ai piedi del colle dove sorge il borgo solo sul suo fianco destro. L'edificio religioso si sviluppa in due piani sovrapposti, di cui una cripta seminterrata.
Chiesa e Monastero di San Bernardino da Siena
Il complesso monastico di San Bernardino, in stile tardo gotico, è uno dei migliori esempi di architettura francescana del '400 che si possano rintracciare nell'intera Calabria.

Cucina
 

A Morano i latticini sono gustosi, dal formaggio, alla treccia, dalla ricotta al caciocavallo.
Da non perdere la pasta di casa: cavateddri (gnocchi), rascateddri (maccheroni con sugo di salsiccia), lagane (tagliolini) con fagioli o ceci e lo stoccu e pateni, cioè stoccafisso e patate.
 

Buon viaggio in questo delizioso paese del nord della Calabria da cui si possono raggiungere le vette più alte del parco o discendere nell’altrettanto splendida valle del Lao.
 

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