Nutella e Ferrero, una storia di passione per il cioccolato:  "Lavorare, creare, donare"
Cultura e Spettacolo Piemonte

Nutella e Ferrero, una storia di passione per il cioccolato: "Lavorare, creare, donare"

sabato 14 febbraio, 2015

ALBA (CUNEO), 14 FEBBRAIO 2014 - Michele Ferrero, classe 1925, è venuto a mancare quest'oggi all'età di ottantanove anni, dopo una lunga malattia. Al suo capezzale, a Monte Carlo (Principato di Monaco), vi erano la moglie Maria Franca ed il figlio Giovanni. Il "padre" della Nutella, Cavaliere del lavoro dal 1975 e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal 2005, rifiutò durante gli anni la vendita del gruppo Ferrero ed era, secondo Forbes, l'uomo più ricco d'Italia.

Pietro Ferrero originario di Dogliani (Alba), aprì il suo laboratorio dolciario nel 1942. E' da quella piccola attività di Via Rattazzi ad Alba che si costruì, con il passare degli anni, l' impero Ferrero, il cui prodotto di punta è la Nutella.

Pietro Ferrero creò quella che oggi conosciamo come Nutella, che inizialmente venne chiamata "Pasta Gianduja" , poi "Giandujot". All'epoca, il prodotto, che piaceva alle mamme anche per via del bicchiere riutilizzabile, era venduto in due confezioni diverse: la prima da 110 Lire e la seconda da 160 (Padovani, 2004: 18).

Michele Ferrero, nipote di Giovanni Ferrero (fratello minore di Pietro Ferrero) prese in mano l'azienda nel 1957 e reinventò il prodotto creato da Pietro Ferrero, facendo diventare il "Giandujot" la Nutella di oggi. La ricetta, segretissima, continua ad essere apprezzata tuttora, tanto che il prodotto continua ad essere la cioccolata spalmabile per eccellenza (Padovani, 2004: 18).

Fu dalla sede centrale amministrativa, situata (tuttora) a Pino Torinese, in provincia di Torino, che a metà degli anni Sessanta furono impartite le direttive per dare origine alla multinazionale Ferrero (Padovani, 2004: 19), il cui primo stabilimento produttivo era (ed è) collocato ad Alba.

Dopo gli anni del Carosello, durante i quali la Ferrero sfruttò gli spazi pubblicitari (fu una delle prime aziende ad utilizzare le pubblicità televisive), nacque la "Fondazione Ferrero", nel 1983. L'idea, di Michele Ferrero e Maria Franca Ferrero, era quella di mantenere, tramite la fondazione, i legami con gli ex dipendenti (pensionati) dell'azienda.

Nella seconda metà degli anni Ottanta, la Ferrero aprì nuovi stabilimenti in Italia (Basilicata e Campania), poi la multinazionale arrivò anche nei Paesi dell'Est Europa (Polonia, Cecoslovacchia ed Ungheria). A distanza di una decina d'anni, nel 1996, l'azienda raggiunge un fatturato di 7.500 Miliardi di Lire, mentre i dipendenti superano i 14.000.

L'anno seguente, i figli di Michele Ferrero, Pietro e Giovanni, entrano nell'azienda, che continua la sua crescita economica. Negli 2006/2007 il fatturato è pari a 6 Miliardi di Euro ed i dipendenti sono 20.400. L'azienda sembra non risentire della crisi economica, ma viene colpita da un tragico ed inatteso lutto nell'anno 2011.[MORE]

Pietro Ferrero, amministratore delegato e figlio di Michele Ferrero, muore infatti il 18 Aprile del 2011, andando così a distruggere tutti i piani del futuro. Michele Ferrero si stava infatti facendo da parte, a poco a poco, per lasciare l'azienda in mano a Pietro Ferrero. Quest'ultimo è venuto a mancare d'infarto in Sudafrica, durante una delle corse che era solito fare.

Lì si trovava insieme a Michele Ferrero ed ai collaboratori della multinazionale. Pietro Ferrero si è accasciato a terra improvvisamente, mentre il padre lo seguiva con un'automobile, che in quel momento si trovava poco distante. Immediatamente soccorso, per lui non ci fu comunque nulla da fare e si spense davanti al padre. Entambi si trovavano in Sudafrica perchè lì avevano costruito una sede produttiva, al fine di offrire lavoro alla popolazione locale.

Michele Ferrero non si riprese più da quella tragica perdita, ciò nonostante, richiamò il suo team di collaboratori al fine di prendere le decisioni più utili per l'azienda, scendendo nuovamente in campo per guidare il figlio Giovanni Ferrero. Quest'ultimo, da oggi, si occuperà della multinazionale Ferrero.

Innovazione ed esclusività

Subbureo (2009: 3) riporta che “Nella filosofia di Michele Ferrero - si legge in una delle poche storie giubilari dell’azienda – ciascun prodotto è visto come un’impresa a se stante. E, come tale, non ha un ciclo di vista che si esaurisce in un determinato numero di anni. Al contrario deve essere in grado di autorigenerarsi adattandosi alle diverse esigenze che provengono dai nuovi tempi o dai nuovi mercati”.

La strategia pubblicitaria della Ferrero si è sempre considerata vincente e, fin dalle origini del marchio, si è rivelata innovativa. Analizzando la presenza dell'azienda su Internet, è possibile comprendere la strategia pubblicitaria che ha segnato la storia della multinazionale. Rossi (2004: 138) spiega infatti: "L’enfasi posta sulla valorizzazione dei brand denota che l’approccio al web sviluppato da Ferrero riflette la strategia comunicazionale tradizionalmente adottata dall’azienda che, da sempre, non fa pubblicità a se stessa ma solo ai suoi prodotti: Ferrero è nota perché sono noti i suoi brand".

Il motto di Michele Ferrero, che viene utilizzato anche dalla "Fondazione Ferrero", è: "Lavorare, creare, donare"

Referenze:

Padovani, G. (2004) Nutella - Un mito italiano. Milano, Italia: Rizzoli 

Rossi, C. (2004) Il caso Ferrero. In “La metamorfosi digitale. Evoluzione dell’impresa nell’era delle nuove tecnologie”. Padova, Italia: Cedam. Online all'indirizzo http://nuke.carlarossi.net/Portals/0/letture/La%20Metamorfosi%20digitale_Caso%20Ferrero.pdf [Accesso 14 Febbraio 2015]

Subbureo, G. (2009) Prodotti Ferrero. Online all'indirizzo http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_Ferrero_Prodotti.pdf [Accesso 14 Febbraio 2015]

(Immagine dalla pubblicità Ferrero del Carosello. Da Youtube.com)

A. M.


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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