Pisa. All'Arsenale la presentazione del documentario "Sessantottozerotto"
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Pisa. All'Arsenale la presentazione del documentario "Sessantottozerotto"

venerdì 8 giugno, 2012

 PISA, 08 GIUGNO 2012- Ieri pomeriggio è stato presentato al cineclub l’Arsenale di Pisa (all’interno della rassegna “Arsenale Network”), il documentario “Sessantottozerotto- Dialoghi a distanza sui tempi che cambiano”. La prima visione è stata accompagnata dall’incontro con gli autori Marcello Cella, Giuseppe Favilli e Francesca Paita.[MORE] Il documentario ripropone, attraverso quaranta interviste, testimonianze dirette di numerosi protagonisti del ’68 pisano, studenti e operai che hanno partecipato attivamente alle rivolte che in quegli anni hanno destabilizzato gli equilibri della società del mondo occidentale. Un prodotto che non intende generalizzare il racconto di un movimento di portata mondiale, ma porre una lente di ingrandimento sulle storie anche più intime e personali dei giovani sessantottini pisani. Pisa è stata la prima città italiana a inaugurare la stagione delle occupazioni all’interno delle facoltà, tant’è che come viene definito all’interno del documentario, il vero ’68 pisano è in realtà il 1967.Le testimonianze dei protagonisti, molti dei quali presenti in sala, sono accompagnate da numerosi filmati e foto dell’epoca che mostrano una Pisa in rivolta, dal sit-in a Piazza dei Cavalieri ai cortei sul Lungarno Mediceo, passando per le numerose scritte sui muri di tutta la città. Primo atto veramente simbolico e significativo è l’occupazione del Palazzo della Sapienza avvenuta l’ 8 febbraio ‘67 in contrapposizione con il Consiglio Nazionale dei Rettori, in corso di svolgimento alla Scuola Normale Superiore. Da quell’episodio si snodano tutta una serie di azioni mirate, con la collaborazione degli operai delle storiche fabbriche Marzotto e Saint Gobain che in quegli anni vedono il licenziamento di numerosi operai. Durante l’occupazione avviene la stesura del famoso testo delle Tesi della Sapienza. In quel clima di fervore e di rivolte appare un giovane Adriano Sofri, allora studente della scuola Normale e fra i fondatori del Potere operaio pisano successivamente evolutosi in Lotta Continua. I racconti degli sgomberi e degli scontri con la polizia sfociano nel ricordo amaro dell’episodio che chiude il sessantotto pisano, ossia la manifestazione alla Bussola di Viareggio nella notte di capodanno, come protesta simbolica contro gli usi e costumi borghesi. La polizia in tenuta antisommossa aspetta i manifestanti, partono colpi di pistola che vanno a ferire gravemente il giovane Soriano Ceccanti. Il documentario cerca di superare la mera trattazione dei fatti storici, raccontando i volti, le emozioni di quei giovani; la voglia di cooperazione, di socializzazione e comunicazione di un movimento che sperava di abbattere le gerarchie, cominciando dall’ambito universitario e dai baroni. Riecheggia la lotta femminista di acquisizione di pari diritti e dignità, come il significativo episodio del rientro differenziato per maschi e femmine all’interno dei dormitori della scuola Normale, che grazie alle proteste di quegli anni viene poi equiparato. Il filo conduttore delle contestazioni giunge fino all’autunno del 2010 e alle proteste contro il ddl 133. L’interessante parallelo con le manifestazioni dei giovani di oggi apre uno spiraglio di riflessione sul tema della contrapposizione generazionale e dello scontro “padri-figli”. A questo proposito la riproposizione delle musiche del Canzoniere Pisano, da Pino Masi a Alfredo Bandelli, con il contributo finale di Evelin Bandelli (figlia di Alfredo) testimonia quanto padri e figli siano sempre dalla stessa parte, la parte delle rivolte, della lotta di classe e della protesta contro la cultura dei “padroni”.


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