Sanità: Gallo, pochi medici, rischio ospedali chiusi entro 2025
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Sanità: Gallo, pochi medici, rischio ospedali chiusi entro 2025

sabato 2 novembre, 2019

REGGIO CALABRIA, 2 NOVEMBRE - "Negli ospedali mancano medici. In Calabria la situazione già oggi è precaria, ma da qui al 2025 rischia di portare alla chiusura dei nosocomi superstiti per carenza di personale". Lo afferma, in una nota, il capogruppo della Cdl in Consiglio regionale, Gianluca Gallo. "Speravo - prosegue Gallo - che quella provocazione potesse servire ad aprire un dibattito sull'argomento. Invece, non essendo questione di poltrone e strapuntini, è stata lasciata cadere nel nulla insieme all'intera problematica. I medici dipendenti del servizio sanitario nazionale oggi vanno in quiescenza intorno ai 65 anni di età. Nel 2018 è iniziata l'uscita dal sistema dei nati nel 1953. Nel triennio 2019-2021, che interesserà secondo le regole 'Fornero' essenzialmente i nati dal 1954 al 1956, sono previste uscite tra 6.000 e 7.000 medici l'anno. Con la Quota 100, sempre tra il 2019 e il 2021, stanno già lasciando i nati fino all'anno 1957, mentre quelli nati nel 1958 e 1959 raggiungeranno i 62 anni tra il 2020 e il 2021. Pertanto, nel triennio considerato, l'anticipo potrebbe interessare altri 18.000 medici, per un totale di 38.0000 possibili pensionamenti". "Le cifre fornite dal sindacato medico Anaao Assomed - sostiene ancora il capogruppo della Cdl - non lasciano dubbi. Nella nostra regione è previsto un ammanco di 1410 medici. Le carenze principali riguarderanno la medicina d'urgenza, con 245 medici; l'anestesia e rianimazione, con 63; la ginecologia con 51 medici; la chirurgia generale, con 90; la pediatria, con 150, e la psichiatria, con 90. Da un confronto tra fabbisogni dichiarati dalla Regione e previsione di medici in pensionamento nel periodo 2019-2025, i primi risultano sottostimati di 1.093 unità. Incomprensibili, in particolare, risultano essere alcune previsioni: secondo la Regione, non vi sarebbe bisogno di alcun medico di medicina d'emergenza-urgenza, medicina del lavoro ed ematologia, ma contemporaneamente si richiedono ben 3 medici dello sport all'anno e 3 genetisti. Non bastasse, i contratti di formazione finanziati dalla stessa Regione sono 9, ovviamente riguardanti branche non in sofferenza". "Tutti i nodi - dice inoltre Gallo - vengono al pettine. In questo caso emergono evidenti i danni arrecati dalla mancata programmazione di cui si sono resi responsabili, nell'ultimo lustro, i governi nazionali e quello regionale. Le responsabilità sono ormai chiare e storicizzate. Restano i problemi e le soluzioni da dare agli stessi. In Italia si contano circa 30 mila neolaureati in medicina impegnati nei corsi di specializzazione. Questi ragazzi, che sono dottori fatti e finiti, potrebbero entrare a far parte dell'organizzazione ospedaliera o della rete di medicina territoriale, sotto la guida dei medici già in servizio. Anche in Calabria ne abbiamo a centinaia: aprire loro le porte della sanità pubblica, in attesa di portare a compimento una programmazione seria, aiuterebbe a risolvere i guai presenti e quelli futuri della sanità calabrese, consentendo altresì di porre un argine, almeno parziale, ai fenomeni migratori. Che cosa ne dicono Oliverio, Cotticelli ed il loro Governo?".


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