Save the Children: "infanzia rubata" per un bambino su sei
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Save the Children: "infanzia rubata" per un bambino su sei

giovedì 1 giugno, 2017

LONDRA, 1 GIUGNO - Save the Children, organizzazione non governativa, creata il 19 maggio 1919, dedita ad elargire aiuti immediati alle comunità in difficoltà, ed inoltre, soccorso alle famiglie ed ai bambini colpiti da disastri e catastrofi naturali, da conflitti e guerre, ha pubblicato il rapporto “Infanzia rubata”, in occasione della festa Internazionale dei bambini, per rendere noto che per molti bambini l'infanzia finisce troppo presto.[MORE]

Nel report, visibile sul sito dell’organizzazione, è introdotto, per la prima volta, l’indice "The End of Childhood” che confronta i dati raccolti in 172 paesi nel mondo e valuta dove l'infanzia dei bambini è più o meno minacciata. Secondo quanto illustrato ogni giorno, nel mondo, oltre 16mila bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella maggior parte dei casi per malattie facilmente curabili e prevenibili, come la polmonite (15%) e malaria (5%), mentre la prima causa di morte (18%) sono i parti prematuri.

Riguardo l’istruzione si legge che un bambino su sei non possiede il diritto all'educazione, per un totale di 263 milioni di bambini in età scolare. I paesi con la più alta percentuale son: il Sud Sudan (67%), Eritrea (63%), Gibuti (60%) e Niger (55%) tra i paesi europei la Francia, con lo 0,03%, è il paese con punteggio migliore seguita da Spagna e Regno Unito (0,7%). In Italia, invece, il 2,8% dei bambini non ha un’istruzione, cioè tre bambini su 100. Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia ha affermato: “Quanto al nostro Paese la classifica ci dice che l’Italia ottiene un piazzamento generale migliore di Paesi come Germania e Belgio. In Italia, tuttavia, c’è ancora molta strada da fare per dare a tutti i bambini la possibilità di costruirsi un futuro, considerando che oltre un milione di minori vive in povertà assoluta e che quasi uno su treè a rischio povertà ed esclusione sociale, una delle percentuali più alte in Europa . Deprivazioni materiali che hanno ripercussioni gravissime anche sulle opportunità educative dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, negando loro la possibilità di apprendere e coltivare le proprie passioni e le proprie aspirazioni».

Un ulteriore dato allarmante è rappresentato dal numero bambini coinvolti nel lavoro minorile: 168 milioni. I tassi più alti di bambini coinvolti nel lavoro minorile sono stati riscontrati in Africa: Mali (56%), Benin (52%), Guinea Bissau (51%) e la Somalia (49%). I bambini provenienti da famiglie in difficoltà economica hanno maggiori probabilità di essere sfruttati in un contesto lavorativo rispetto ai loro coetanei benestanti. Ad esempio, in Nepal, il 37% dei bambini tra i cinque ed i 17 anni è sfruttato soprattutto in agricoltura, di cui il 60% proviene da famiglie povere e di questi nove su dieci vengono impiegati in lavori molto pericolosi, nonché, molti sono sfruttati sessualmente . il documento denuncia anche il dilagare del fenomeno delle spose bambine. Secondo quanto analizzato ogni sette secondi una minorenne è costretta a sposarsi. I dati rilevano che per circa 700 milioni di minori la possibilità di vivere la loro condizione di bambini è svanita.

“È inaccettabile che nel 2017 milioni di bambini in tutto il mondo continuino ad essere privati della propria infanzia e del loro diritto di essere al sicuro, di crescere, imparare e giocare. Dobbiamo e possiamo fare di più per garantire un futuro migliore, fino all’ultimo bambino” ha dichiarato Valerio Neri, e continuando “Anche se la maggior parte dei Paesi in cui è molto complicato essere bambini si trovano in Africa centrale e occidentale non possiamo non tener conto dei progressi e dei segnali di speranza che si sono registrati negli ultimi anni. Dal 1990, per esempio, in questa regione del continente africano le morti dei bambini sotto i cinque anni si sono dimezzate: un risultato che dimostra l’importanza di continuare a investire sulla salute e sul benessere dei minori. Nel 2015, i leader mondiali si sono impegnati a garantire a tutti i bambini, entro il 2030, il diritto alla salute, alla protezione e all’educazione, a prescindere da chi sono e dove vivono. Si tratta indubbiamente di un obiettivo molto ambizioso, ma che deve essere raggiunto e i governi dovranno impegnarsi per assicurare a tutti i bambini l’infanzia che meritano”

 

 

 

Immagine da: savethechildren.org

Caterina Apicella


Autore
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