Scoperte due "aule"di Piazza Venezia durante i lavori per la metro C
Cultura e Spettacolo Lazio

Scoperte due "aule"di Piazza Venezia durante i lavori per la metro C

sabato 24 luglio, 2010

ROMA - Sono state scoperte durante gli scavi per il metrò le due “aule” di epoca adrianea che, quando saranno finalmente visibili al pubblico, daranno uno spaccato inedito della vita dei romani di quel tempo.
Gli archeologi hanno scoperto questi ambienti antichi sotto strati di pietre e metalli, paglia, marmi e ceramiche rinascimentali, che hanno raccolto pezzo per pezzo.
Ad arricchire la scoperta dunque, non solo le informazioni in più sull’epoca felice della politica culturale di Adriano che volle conservare l’impero e allargarlo, ma anche schegge di altri secoli.[MORE]

Eugenio La Rocca spiega: “Intensa era nella zona intorno al Foro di Traiano l´attività retorica e letteraria svolta da grandi personalità di epoca tardo antica, come per esempio Flavio Asterio, prefetto d Anche se, sottolinea Adriano La Regina, «sicuramente questo non era un luogo di incontro del Senato che si riuniva soltanto in aree consacrate».

Qui infatti, spiega l´archeologo della Soprintendenza Roberto Egidi, responsabile degli scavi, «ci troviamo di fronte ad edifici legati alle attività culturali di Adriano. Era, questa, un´area articolata, ricchissima. Con il complesso del Foro, le piazze aperte ai cittadini, le biblioteche, le aree legate alle attività finanziarie e giuridiche. Le due aule che abbiamo trovato sono di tipo quadrangolare: vi si ascoltavano recite, lezioni e poesie. Erano coperte da volte adorne di stucchi alte sedici metri, il pavimento, in parte conservato, era in granito giallo antico (come le biblioteche del Foro di Traiano), le gradinate erano delimitate da balaustre in marmo».

Ma il tempo, grande scultore, ha lasciato anche tracce di altre storie: «Dopo la caduta dell´Impero romano» continua Egidi, «forse sotto Teodorico, la prima aula è diventata una fonderia: lo dicono i cumuli di metalli grezzi. Diventò poi una stalla che ha lasciato uno spesso strame nero fatto di escrementi e paglia. Tutto questo è stato sigillato dal violento terremoto che sconvolse Roma nel XIX secolo, che allontanò gli abitanti dal centro. La seconda aula, nel Cinquecento, diventò l´ospedale della confraternita dei fornai: ed ecco i pitali, le brocchette, le stoviglie rinascimentali recuperate in gran numero». Reperti che, forse, saranno presto esposti in una mostra.

 


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