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Si conclude la prima edizione della rassegna "De-scrivo" con il dibattito su "Statale 18"

Redazione
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Si conclude la prima edizione della rassegna  "De-scrivo" con il dibattito su "Statale 18"
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24 FEBBRAIO 2016 - La prima edizione della rassegna “ De-scrivo-il tempo, gli uomini, il paesaggio”, ideata e organizzata dal Collettivo Manifest - blog di scrittura creativa, si conclude con la presentazione del libro “Statale 18” scritto dal professor Mauro Minervino affiancato dal fotografo Giuseppe Torcasio e Attilio Lauria – consigliere Fiaf, che illustreranno anche il progetto fotografico “Statale 18” con fotografie video proiettate e anticiperanno l’importante uscita del catalogo. L’incontro si svolgerà presso Palazzo Nicotera di Lamezia Terme venerdì 26 febbraio, ore 18, alla presenza anche di Giuseppe Carchedi e Paolo Pisani.  [MORE]

La Statale 18 è una delle tante strade del Sud, un percorso tra terra e mare, disseminato di ostacoli, che scorre in mezzo al traffico e insidie mortali, tra scorci incantevoli e brutture spaventose. Ovunque le follie dell'abusivismo, la gestione scriteriata delle coste cementificate, ma anche i mali e le contraddizioni vecchie e nuove di centri popolosi e comunità che davanti al mare della storia, ai panorami mozzafiato e alle bellezze deturpate covano i germi di un'inquietudine distruttiva e livellatrice.

A pochi chilometri dalla più famosa e famigerata Salerno-Reggio Calabria, questa lunga striscia di asfalto, che unisce i centri più intensamente abitati della Calabria tirrenica, è oggi la traccia più fedele di una regione e di un paese irrisolto destinati a rincorrersi nello specchio infranto del meridione contemporaneo. Su questa stessa strada Minervino disegna le tappe di un viaggio pubblico e privato, insieme alla gente che percorre e abita questi luoghi di transito come fossero le borgate di una sola città alienata e invisibile. In mezzo a un paesaggio fragoroso e immobile che ogni giorno ribolle e appassisce. Mauro Francesco Minervino, scrittore, notista, professore di Antropologia Culturale ed Etnologia, afferma: «La Calabria che amo per me dovrebbe essere ancora così, dovrebbe essere questa: sole, vento e roccia, acque calme e scompigli di tempeste, vulcani impressionanti, cime verdissime, panorami sbalzati da un incantesimo ultraterreno. E oltre ogni cosa confinata in terra, un mare potente e ammaliante che si estende a perdita d’occhio. Natura intoccabile che basta a se stessa. Niente strade. Niente che faccia posto agli usurpanti, niente cemento, niente abitanti, niente turisti. Un eden estremo, indomito e brutale. Un eden tutto per me».


Lina Latelli Nucifero


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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