Torino,parlano gli italiani che ospitavano il presunto jihadista arrestato: "Ci ha traditi"
Cronaca Piemonte

Torino,parlano gli italiani che ospitavano il presunto jihadista arrestato: "Ci ha traditi"

mercoledì 26 aprile, 2017

TORINO, 26 APRILE - Margherita e Giuliano, il figlio 24enne, per nove anni hanno ospitato Mido, senza essere a conoscenza delle sue attività filo-terroristiche. “Che Dio lo maledica. Noi gli abbiamo dato un tetto, un letto, dei pasti caldi e tanto affetto… E lui ci ha traditi” “, ha detto Margherita a La Stampa. [MORE]

Mouner El Aoual, detto Mido, è stato arrestato a Torino per presunti contatti con la jihad. I seguaci jihadisti su internet lo chiamavano “il Leone“, gli chiedevano di preparare manuali su come confezionare bombe per compiere attentati contro gli infedeli e ascoltavano i suoi consigli su come mimetizzarsi senza destare sospetti.


Il figlio della signora che lo ospitava, Giuliano, racconta: “Una sera ricordo che nevicava, ho visto che stava dormendo in un cortile al freddo. Mi ha fatto pena, e così gli ho chiesto se voleva venire a casa mia”.

Mido si era alla fine trasferito a casa di madre e figlio: Margherita pur di dargli una cameretta si era spostata sul divano. “Mi chiamava mamma, mi ha aiutato nel trasloco, mi faceva la spesa, portava fuori il cane”, racconta lei. Il giovane era disoccupato e, secondo gli inquirenti, viveva costantemente connesso a una chat ricavata dalla piattaforma Zello dove, dopo essersi autoproclamato “portavoce ufficiale dello Stato Islamico“, discuteva e pubblicava notiziari sul conflitto nello Sham, festeggiava i gli attentati in Ohio, Francia, Germania, e si augurava che “i nemici venissero uccisi come branchi di mucche”. “Mai avrei pensato a una cosa del genere. È stata una coltellata al cuore” dice oggi la signora Margherita.


“Diceva di avere rispetto per la nostra religione e per quella degli altri”, racconta ancora la signora Margherita, “a volte, commentando le notizie sugli attentati terroristici, diceva : ‘Ma perché fanno queste stragi per ammazzare la gente?’. Anche se un commento sull’attentato di Londra mostrava altro: “Ha commentato che ‘forse qualcosa dovevano aver fatto per meritarselo‘, ma non gli ho dato peso”, conclude la donna.

Su Mido i carabinieri del Ros indagavano dal 2016: avevano trovato un profilo Facebook intestato a un tale Salah Deen che aveva destato sospetti in quanto molto radicalizzato. L’FBI ha scovato la chat della piattaforma Zello, ed aveva comunicato l’indirizzo ip, riconducibile a una rete a Torino, informando le autorità italiane.


Maria Minichino


(fonte immagine ilfattoquotidiano.it)


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